“O a Milano, o niente”: doccia gelata sui lavoratori Argenta

SAN GIORGIO BIGARELLO Il posto di lavoro c’è. Per ora ancora nella sede di San Giorgio Bigarello. Poi, dal prossimo 9 novembre, nella sede di Peschiera Borromeo, alle porte di Milano. E così lavoratori di Argenta e sindacati restano sul piede di guerra, chiedendo ora un tavolo urgente con il Comune e con la Prefettura e annunciando un’altra settimana intera di sciopero.
Naufraga insomma il tavolo che si è svolto ieri tra Cgil, Cisl e la dirigenza del gruppo, che si occupa di rifornire di snack e riparare le macchinette distributrici che si trovano in scuole, uffici e in generale negli uffici pubblici.
I sindacati all’incontro di ieri si sono presentati chiedendo all’azienda di ritirare la proposta di chiusura della sede di San Giorgio Bigarello con conseguente trasferimento – per chi lo volesse – dei 70 lavoratori alle porte del capoluogo lombardo. Ma, come spiegano i sindacati stessi, nessun passo indietro da parte della società. «Ci è stata fornita la disponibilità a parlare di buonauscita per chi decidesse di non trasferirsi a Peschiera, ma altre possibilità non ce ne sono. L’azienda ha deciso di chiudere la sede di San Giorgio Bigarello e non sembra intenzionata a tornare sui propri passi. Siamo francamente allibiti da una tale chiusura da parte della società».
Per tutta risposta Filcams Cgil, rappresentata dal sindacalista  David Gabbrielli e Fisascat Cisl, rappresentata da  Alessandra Sergi, hanno già indetto sciopero ad oltranza per tutta la settimana entrante. E, nel frattempo, chiederanno al Comune e alla Prefettura l’apertura urgente di un tavolo di crisi. I tempi però stringono: da lunedì 9 novembre è previsto il trasferimento a Peschiera Borromeo e la contestuale dismissione della sede di San Giorgio Bigarello.
Al presidio di ieri erano presenti anche il consigliere comunale  Paolo Bordini e il consigliere regionale  Andrea Fiasconaro, entramni del Movimento 5 Stelle: «Sfortunatamente l’incontro tra i sindacati e l’azienda non si è concluso come sperato. Tuttavia, oltre a portare la mia vicinanza e solidarietà ai lavoratori, mi impegnerò, per quanto mi è possibile, ad attivarmi in Regione. A mio avviso sono due le cose da fare ora e sulle quali insisterò. Anzitutto la convocazione di un’audizione in commissione regionale attività produttive, con i lavoratori. Una richiesta già avanzata dalla consigliera del Pd Antonella Forattini che contribuirò a sostenere. L’altra cosa da fare – conclude Fiasconaro – è la convocazione di un tavolo tecnico di crisi, sempre in Regione, per fare in modo che la crisi venga gestita in modo tecnico e che l’azienda possa partecipare con un atteggiamento più costruttivo di quello dimostrato oggi».