“Padre Dall’Oglio morto da anni” Mazzata sulle ultime speranze

Il gesuita potrebbe essere stato ucciso poco dopo il rapimento del 2013

MANTOVA «Padre Paolo Dall’Oglio è morto dopo essere stato sequestrato dai terroristi dell’Isis; potrebbe essere morto lo stesso giorno in cui è scomparso, il 29 luglio 2013». La voce, che come tutte le voci cerca conferma definitiva, arriva come una mazzata sulle speranze di ritrovare ancora in vita il gesuita scomparso a Raqqa – territorio siriano ma all’epoca controllato dalle milizie dell’autoproclamatosi Stato Islamico – poco meno di sei anni fa. Una mazzata perché altre fonti, vicine ad ambienti curdi, davano il sacerdote di origini pegognaghesi ancora vivo e nel gruppo di quegli ostaggi occidentali che ancora non hanno fatto ritorno a casa (tra di essi il giornalista inglese John Cantlie e una infermiera di nazionalità neozelandese).
La notizia, rilanciata dal Corriere della Sera, trarrebbe fondamento da una serie di circostanze di fatto che rendono più probabile la conclusione drammatica della vicenda rispetto al finale che parenti e amici del sacerdote si auguravano.
Secondo chi sta indagando, in Siria, sulla sparizione di alcuni ostaggi, mentre abbondano testimonianze dell’avvenuta esecuzione del gesuita, sarebbero troppo fumose e contraddittorie le notizie su una permanenza in prigionia anche perché, rispetto al giorno del suo rapimento, per l’Isis la situazione è radicalmente mutata, almeno sotto il profilo territoriale: se infatti sei anni fa lo Stato Islamico si estendeva in un’ampia porzione di Siria e Iraq, tra febbraio e marzo è avvenuta la capitolazione dell’ultima roccaforte, collocata lungo l’Eufrate, e dove si ipotizzava che potesse trovarsi anche il sacerdote di origini mantovane. Secondo le testimonianze Padre Dall’Oglio sarebbe stato ucciso pochi giorni, se non poche ore dopo, un incontro fissato con i miliziani dell’Isis nella sede del Governatorato di Raqqa; ora, sempre secondo il Corriere della Sera, lo sguardo è rivolto a una zona, posta a circa cinque chilometri dalla cittadina, in cui si troverebbe una fossa comune in cui i terroristi erano soliti seppellire i prigionieri uccisi.