Solo più debito pubblico ci salverà

MANTOVA Difficile tener duro. Anche se la Pandemia ci sta ricordando che fatiche e prove nella vita sono inevitabili, suggerendoci di resistere. E iniziando oggi la Fase 2, che ridà la libertà di movimento e di lavoro a molti cittadini, dovremo ricostruire il nostro futuro. Difficile tener duro, ma ci proveremo. Già lo hanno fatto i nostri nonni che uscivano dalla guerra, stesse condizioni in cui ci ha portato il Coronavirus, paragonata la sua azione distruttrice a quella propria della guerra. I nostri nonni hanno incontrato difficoltà che sembravano insormontabili, ci hanno dimostrato esistere nello spirito italiano la capacità di superare ogni ostacolo. Il loro un grande esempio, di tutti uniti per ricostruire l’Italia. Però, oggi, alla paura generata dal disastro economico che avevano i nostri nonni, si è aggiunta la paura di perdere la vita, generata del contagio da parte di un essere invisibile che non siamo in grado di contrattaccare privi, ancora, come siamo di un’arma efficace per sconfiggerlo. L’una più l’altra queste paure pare vogliano annullare il nostro futuro. Ci spaventa il sentir dire che il Coronavirus sta stravolgendo il precedente nostro modo di vivere, si dice che d’ora in poi nuovi dovranno essere i nostri comportamenti perché niente sarà più come prima. Ecco la domanda: Chi ci indicherà la nuova strada da percorrere? da percorrere in modo diverso di un passato a cui ci eravamo da generazioni uniformati. Questo futuro qualcuno lo dovrà governare e chi se non coloro ai quali abbiamo demandato la governabilità del Paese? La globalizzazione, che il virus ha esplorato e colpito nella totale interezza, ci ha risucchiati in un sistema di relazioni la cui complessità è indecifrabile da parte del singolo. Mancanza di occupazione, confusione di rapporti piramidali, spigolosità nei rapporti interpersonali, fattori tutti che già percepivamo nel perdurare della crisi economica, fattori esasperati dall’arrivo del virus, in parte, anche, stravolti dalla pandemia. Se prima, dati gli scostamenti economici che costringevano una parte di noi ad arrancare, accettavamo il fluttuare di chi ci governa, oggi, che la parte che arranca è diventata quasi la metà degli italiani, due mesi senza stipendio e con gli aiuti da parte dello Stato fin qui solo promessi, non è più possibile accettare l’improvvisazione, l’incompetenza e l’incapacità strategica di chi ci governa, ne va della nostra sopravvivenza. Per cui ai sacrifici a cui siamo stati sottoposti con la privazione delle libertà personali per un tempo, che soprattutto per gli anziani il cui tempo è sempre più contingentato, è sembrato un’eternità, vanno ricompensati. Quando ci è stato chiesto di stare in casa abbiamo capito che la richiesta era accettabile perché fondata, si trattava di evitare che la pandemia si trasformasse in disastro, ora aspettiamo la ricompensa, che è quantificabile nella capacità di farci uscire da una situazione economica molto compromessa. Chi ci governa deve dimostrare credibilità, convincerci che la strategia di futuro che ci offre ha una saldezza tale da essere accettata. Partiamo col cambio dei comportamenti delle famiglie, si dice che opereranno un calo dei consumi per il 2020 di 84 miliardi di euro. Otto punti percentuali in meno rispetto al 2019. “Valutazione prudenziale che, non si esclude, potrebbe anche peggiorare “, secondo il centro studi della Confederazione del Commercio guidata da Carlo Sangalli. Tanti sono i settori più colpiti, vestiario e calzature, automobili e moto, servizi ricreativi e culturali, cura della persona, palestre, parrucchieri, alberghi, bar e ristoranti. Confcommercio ha calcolato l’effetto del lockdown sui consumi, basandosi sulle nuove ipotesi di riaperture graduali. Lo scenario disegnato dall’ultimo Dpcm del governo e degli annunci sui prossimi provvedimenti fa pensare che il nostro ritorno a una totale normalità non avverrà prima del prossimo ottobre. A questo punto il governo deve dimostrare di capire la situazione e mettere in atto l’indispensabilità per affrontare il nostro futuro, una strategia reale di sviluppo badando solo al risultato. C’è chi suggerisce a differenza del governo una strategia più logica e immediata di sostegno, ad esempio Confcommercio, che si riassume nella trasformazione delle perdite di reddito del settore privato, causate dalla chiusura forzata del lockdown, in maggiore debito pubblico.
GASTONE SAVIO