Calcio dilettanti – Le società mantovane: “Troppe incognite, meglio chiudere qui la stagione”

Il San Lazzaro in allenamento
Il San Lazzaro in allenamento

MANTOVA Come avevamo anticipato ieri, ha fatto molto discutere una delle disposizioni dell’ultimo decreto del Governo in merito all’allerta Coronavirus: “lo svolgimento di eventi sportivi di ogni ordine e disciplina, nonchè delle sedute di allenamento degli atleti agonisti all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, in tutti tali casi le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19”.
Raccogliendo i pareri dei dirigenti delle società sportive il coro è unanime: se questi sono i presupposti, meglio chiudere la stagione in anticipo, ripartendo da zero dopo l’estate.
«Un provvedimento sostanzialmente inapplicabile, se l’interpretazione sarà molto rigida – afferma il direttore generale della Governolese  Fausto Cominotti -. Inoltre, lo spettro di una ripresa ai primi di aprile, rende sostanzialmente impraticabile qualsiasi tipo di recupero, per di più a porte chiuse. Per le società un bagno di sangue economico, sia perchè gli incassi starebbero a zero con costi invariati, sia perchè un prolungamento eventuale dell’attività comporterebbe uno sforamento dei budget. A mio giudizio, salvo miracoli, la stagione si avvia alla chiusura anticipata».
«Il medico a disposizione ce l’abbiamo – dice il ds del Castiglione  Gianluca Manini -, ma non tutte le società, specie nelle categorie inferiori, possono permetterselo. Aspettiamo e vediamo: se la situazione è difficile occorre valutare l’opzione di chiudere anzitempo il campionato».
«Io per adesso ho lasciato liberi i ragazzi – dice il presidente del San Lazzaro  Angelo Valenza -, la salute va tutelata, e se queste sono le norme, è chiaro che diventa quasi impossibile andare avanti per quest’anno. Si azzeri tutto e si riparta nella prossima stagione». «Si scarica sulle società ogni responsabilità – dice il vicepresidente dello Sporting  Federico Salvetti -, nessuno se la sentirebbe di scendere in campo con queste restrizioni. Inoltre è quasi impossibile rispettare la distanza di un metro, in uno sport di contatto come il calcio. Se c’è un grosso problema di salute pubblica è giusto fermarsi, anche definitivamente. Le settimane stanno passando e se non migliorerà il quadro, sarà impossibile riprendere». «I medici? Credo che abbiano altro da fare in questo momento, sarebbe uno spreco farli partecipare a sedute d’allenamento e partite – dice il patron della Castellana  Sergio Pezzini -, in questa situazione forse è meglio fermare tutto». Sulla stessa lunghezza d’onda il diesse del Casalromano  Santo Marini: «Questa situazione è grave, bisogna pensare prima alla salute, e i medici non possono essere impiegati a lungo nell’ambito sportivo quando abbiamo ben altre emergenze da fronteggiare. Fermarsi? Se non si riprende a breve, credo sia inevitabile».
«Provvedimenti confusionari e poco chiari da parte del Governo – dice il presidente dell’Asola  Massimo Tozzo -, se la situazione non migliora e l’emergenza sanitaria prosegue, è giusto chiudere la saracinesca su questa stagione, ripartendo dalla prossima e azzerando tutto».