Calcio – Mantova, è sempre un giugno di passione

MANTOVA Giugno è tradizionalmente un mese di passione per il Mantova. Un mese che comporta attese, incertezze, chiacchiere più o meno fondate. Diciamo che è così un po’ per tutti, ma per il Mantova lo è di più. Questo almeno racconta la storia degli ultimi anni. In questo disgraziato 2020 la “colpa” non è nemmeno della società biancorossa, che anzi non vede l’ora di farsi certificare dalla Federazione l’agognata promozione in C, per procedere con la programmazione della prossima stagione. In attesa del grande giorno, previsto per lunedì, saliamo sulla macchina del tempo e scorriamo la rassegna stampa del 3 giugno (data odierna) degli ultimi 9 anni.
Nel  2019 sulla  Voce impazza il toto-Morgia: resterà sulla panchina biancorossa? I tifosi sui  social si schierano a favore del tecnico, ma qualcuno obietta: «Non ha vinto nulla». Sotto l’articolo dedicato a Morgia, ne compare un altro dal titolo  evergreen: “Società, ds, mister: tutto fermo aspettando l’assemblea”. Potrebbe essere stato scritto oggi. Ma anche domani.
Andiamo indietro di un anno – siamo nel  2018 – e sotto i riflettori troviamo Roberto Marai, in lizza per rilevare il Mantova. Non se ne farà niente e le parole rilasciate alla  Voce dall’imprenditore bresciano sono eloquenti: «Eravamo in contatto per un mio ingresso, ma l’entrata di Pablo Dana ha cambiato i piani. Troppa confusione in viale Te, meglio defilarsi». Tempo qualche giorno e arriverà Maurizio Setti.
L’ annus horribilis  2017 ci regala il 3 giugno le parole dell’ad Enrico Folgori che riferisce contatti con un fantomatico imprenditore indiano ed annuncia l’imminente ingresso in società (mai concretizzatosi) del figlio di Biscardi. Non contento, promette di saldare gli stipendi entro il 22. Sintetizza bene la situazione Gaetano Caridi che, nella stessa pagina, dichiara: «Qui per me non c’è più spazio».
Non meno delirante fu l’estate  2016. Il 3 giugno Sandro Musso annuncia che «da soli non riusciamo ad andare avanti, ma rimanere in minoranza non ci interessa». Le cronache di quel giorno riferiscono anche delle trattative con una cordata cinese, che il portavoce italiano (tale Meazza) definisce «in salita per le troppe chiacchiere controproducenti sul nostro conto». Mah.
E dire che l’anno prima ( 2015) i bresciani di Sdl erano lanciatissimi. Il 3 giugno la  Voce informa che Lodi ha accelerato le operazioni per il ripianamento dei debiti; e che l’istanza fallimentare è in via di risoluzione. Tirelli esulta: «Ci siamo». Il tira e molla, in realtà, durerà ancora qualche settimana.
Caos anche nel  2014. Le cronache registrano l’ennesimo rinvio del cda e un panorama presto smentito dai fatti: Lodi che rimane presidente di maggioranza e il nuovo socio Di Matteo che (se entra) si limiterà a gestire il settore giovanile. Non andrà così, ma questo verrà svelato in seguito dopo svariati colpi di scena.
Del tutto anomala, per gli standard nostrani, è l’estate  2013: Michele Lodi si è già insediato da settimane sullo scranno biancorosso e il 3 giugno il mercato è ormai entrato nel vivo con i primi acquisti (Quadri, Olivi, Zanetti). Addirittura il dg Dusi effettua sopralluoghi per la sede del ritiro. Insomma, tutto si svolge perfino in anticipo sui tempi canonici. Le sofferenze le riserverà la stagione, ma questa è un’altra storia.
Chiudiamo con gli anni  2012 e  2011. In entrambi i casi il 3 giugno il pallone ancora rotola: nel 2012 il Mantova è alla vigilia della finale d’andata dei play out a Vibo Valentia (finirà 0-0); nel 2011, sta invece preparando la trasferta di Cuneo per la poule scudetto (ma con la testa già in vacanza, come dimostrerà il 4-1 per i piemontesi). Comunque altri tempi.