Mantova Poco più di un anno fa il Mantova era formalmente in Serie D. Oggi torna a calcare la B a 14 anni dall’ultima volta. Il calcio è capace di queste favole, che nemmeno la fantasia più fervida potrebbe partorire. Ma c’è di più. Giusto per rendere ancor più intrigante la faccenda, il destino ha regalato ai biancorossi un debutto che più adrenalinico non si può: a Reggio Emilia, contro la Reggiana. È una delle partite più attese della stagione: per la vicinanza tra le due città, tanto che lo si definisce un derby; e per la rivalità tra le tifoserie. Sicuramente quello che andrà in scena questa sera al Mapei Stadium (fischio d’inizio ore 20.30) è un classico, una sfida sentita da entrambe le parti. Lo sarà a maggior ragione oggi, specialmente per il Mantova che, oltre all’avversario, dovrà tenere a bada la tensione del debutto, in una categoria che non frequenta appunto da 14 anni. E che la maggior parte dei suoi giocatori affronterà per la prima volta in carriera.
«È un viaggio e dobbiamo godercelo», ha dichiarato il dt Christian Botturi in una delle conferenze stampa più appassionate e convincenti cui abbiamo assistito da parecchi anni a questa parte. Sì, è un viaggio che il Mantova affronterà con attenzione e incoscienza allo stesso tempo. L’attenzione di chi sa di avere tutto (o quasi) da imparare, in un campionato di alto livello e dalle dinamiche sconosciute; l’incoscienza di chi ha poco da perdere, e può quindi permettersi il lusso di sparigliare le carte quando gli altri meno se lo aspettano. Certo occorrerà prendere presto le misure di questa nuova dimensione, e un solo modo può essere d’aiuto: partire bene. Il che non significa necessariamente vincere a Reggio, ma intascare più punti possibile nelle prime quattro giornate, fino cioè alla prima sosta in programma. Così fece l’ultimo Mantova di Serie B, al primo anno tra i cadetti: buone prestazioni e vittorie che generarono un entusiasmo irrefrenabile nell’ambiente.
Dove possa arrivare questo Mantova, è davvero complicato prevederlo. Gli addetti ai lavori non concedono molto credito ai biancorossi, tanto da inserire l’Acm negli ultimi posti di un’ipotetica griglia di partenza. Anche in viale Te pubblicamente mantengono un profilo basso, com’è giusto che sia. Eppure c’è chi, ai piani alti e senza esternarlo, prende ad esempio il “modello Catanzaro”, facendo notare come anche i calabresi lo scorso anno siano approdati tra i cadetti dopo aver dominato in Lega Pro, con un impianto di gioco che riscosse applausi ovunque. Mantennero lo stesso allenatore, gli stessi giocatori e le stesse caratteristiche in B e giunsero quinti in campionato, arrendendosi solo alle semifinali play off. Ripartire dalle solidissime basi della scorsa stagione è la strada scelta anche dal Mantova: dalla triade Piccoli-Botturi-Possanzini (con relativo staff tecnico) fino ad un organico rimasto pressochè inalterato, salvo l’inserimento di pochi e mirati acquisti. È questo il vantaggio che il Mantova deve mettere a frutto sin dalle prime giornate, nella speranza che il gruppo si adatti presto alla nuova categoria. Al resto penserà una tifoseria (anzi un’intera città) pronta a sostenere e spingere la squadra con infinita passione. A cominciare da stasera a Reggio dove, nonostante siamo a metà agosto, sono attesi quasi 2mila mantovani. Ha ragione Botturi: sarà un bel viaggio, godiamocelo.