Calcio Serie B – Possanzini: “Solo una crisi di risultati. Il Mantova è vivo e si salverà”

Davide Possanzini
Davide Possanzini

MANTOVA La fiducia nei suoi giocatori rimane immutata. «La crisi è unicamente di risultati», dice a chiare lettere Davide Possanzini. Che subito dopo aggiunge: «Sono convinto che ci salveremo». Per il momento il Mantova occupa la zona play out ed ha 10 partite a disposizione per risalire. La prima opportunità si presenta domani al Martelli (ore 15) contro la Juve Stabia.
Mister, cosa fare di più e meglio rispetto alle ultime gare?
«Bisogna metterci più attenzione nei momenti determinanti della partita. A Frosinone abbiamo perso una partita in cui le occasioni migliori sono state le nostre. Per riscattarci serve spirito di rivalsa e orgoglio personale».
L’orgoglio, appunto. È il tasto su cui battere maggiormente?
«Ne parlo dal primo giorno che sono qui. L’orgoglio è il carburante che ti porta a fare i risultati. I miei ragazzi ce lo mettono sempre. Gli si può contestare tutto, ma non il carattere e la dedizione che dimostrano in ogni partita».
Come ha visto la squadra in settimana?
«Tranquilla, per quanto lo si possa essere in questa fase. Ci siamo allentati bene, come sempre, ed è questo che mi dà più fastidio: diamo tutto e il risultato non arriva».
Come sta vivendo il momento a livello personale?
«Sono nel calcio da 40 anni, ho imparato a gestire le emozioni. Ripeto: mi dispiace soprattutto per i ragazzi. È come quando hai un figlio che va a scuola, ha studiato, ma prende un brutto voto. Mi fa male vederli tristi. Così come mi dispiace per la società che mi sta dando fiducia, senza che arrivino i risultati. Probabilmente da un’altra parte mi avrebbero già mandato a casa. Ma sono sicuro che con il lavoro ci toglieremo la soddisfazione di centrare l’obiettivo salvezza».
Questa crisi di risultati sembra aver creato ripercussioni anche a livello mentale: come gestirli?
«Noi stiamo vivendo il campionato che dovevamo vivere. Quando sono venuto a Mantova l’obiettivo era costruire qualcosa di credibile in tre anni e provare ad andare in B il quarto. Ci siamo riusciti inaspettatamente al primo colpo, e magari non eravamo del tutto pronti. Passare da questi momenti difficili, prendere certe “legnate” sui denti è necessario, anzi ci servirà».
In questi casi qual è l’atteggiamento più giusto per un allenatore: alzare la voce o lasciare liberi i giocatori di esprimersi?
«Essere sempre se stessi. Se reciti una parte, i giocatori ti smascherano in tre minuti. Io e i ragazzi ci siamo sempre detti tutto in faccia».
Parliamo della Juve Stabia, che viene da due sconfitte…
«La considero comunque la sorpresa del campionato. È una squadra definita, con tante certezze, una di quelle che mi piacciono di più. Dovremo essere bravi nei duelli».
Il modulo: si torna all’antica?
«Non è questo il punto. Abbiamo cambiato solo qualche interprete, ma il modo di giocare è sempre quello. La vera questione è metterci tutti qualcosa in più. E lì devo essere bravo io a capire chi può darmelo».