MANTOVA Un ottimo acquisto, dal punto di vista calcistico ma non solo. Così definiscono il “colpo Bocalon” quattro ex biancorossi che l’attaccante veneziano lo conoscono bene. Cominciamo da Alfio Pelliccioni, ora ds del Monopoli: «Ho avuto Bocalon a Portogruaro – racconta – . Proprio un suo gol contro il Verona, all’ultimo minuto e nell’ultima giornata, ci regalò la promozione in B. Se sta bene è un bell’acquisto per il Mantova, il talento e l’esperienza non gli mancano. Anch’io ci avevo fatto un pensierino, ma so che non voleva venire al Sud». Il gol di quella partita col Verona fu segnato su assist di un altro grande ex biancorosso, citato dallo stesso Bocalon ieri in conferenza stampa: Cristian Altinier. «Da quell’anno (era il 2010, ndr) ci siamo sempre tenuti in contatto – rivela Cristian, ancora in campo a quasi 40 anni, col Colorno in Eccellenza – . Non capisco perchè il Trento si sia privato di un attaccante così forte. Ha qualità tecniche indiscutibili ed è un ragazzo in gamba: umile, disponibile e semplice. Uno che bada ai fatti più che alle parole. Oltretutto, è uno che si è sempre integrato facilmente quando ha cambiato squadra a gennaio. Mi ha chiamato l’altra sera: gli ho detto che Mantova è una piazza che si riaccende facilmente ed ha voglia di calcio». Un’altra testimonianza illustre è quella di Denis Godeas: «Abbiamo giocato insieme a Venezia – racconta l’ex bomber, oggi allenatore in Eccellenza – . In C Riccardo può fare ancora la differenza, l’importante è metterlo nelle condizioni giuste per fargli esprimere il suo talento. E poi è un ragazzo di valore. Sì, penso che il Mantova abbia centrato un ottimo acquisto». Infine Giuseppe Magalini, ds del Catanzaro: «Presi Bocalon quando ero all’Alessandria e si rivelò un acquisto azzeccato. È un professionista serio, come ha dimostrato anche nell’ultima partita col Trento: sapeva che sarebbe andato via, eppure si è preso la responsabilità di battere il rigore trasformandolo. Lui vive per il gol: se al Mantova serviva un giocatore d’area, non poteva scegliere di meglio. Sono felice che sia arrivato a “darci” (le radici non si tradiscono, ndr) una mano».