Calcio Serie C – Galderisi fa le carte al big match Padova-Mantova: “Punto su Monachello”

Giuseppe
Giuseppe "Nanu" Galderisi

MANTOVA Tra i 10mila che lunedì sera affolleranno l’Euganeo per Padova-Mantova, ci sarà anche Giuseppe Galderisi. «Non posso mancare – dice – . Padova è un pezzo di vita, lì ho giocato 7 campionati e più di 200 partite. A Mantova sono stato solo quattro mesi come allenatore, ma è stata un’esperienza ugualmente intensa e indimenticabile. Sono sicuro che uscirà una bella partita».
Si aspettava le due squadre in quella posizione?
«Beh, la sorpresa è il Mantova. Sta viaggiando fortissimo. E lo sta facendo con la leggerezza che solo le grandi squadre posseggono».
In che senso?
«Nel senso che il Mantova sicuramente dispone di un organico di valore e qualità. Ma la sua grande forza è la consapevolezza che esibisce. La solidità mentale, l’atteggiamento che porta a guardare solo ed esclusivamente a se stessi, senza curarsi di quel che accade intorno. Sono situazioni che io stesso ho vissuto a Verona, quando abbiamo vinto inaspettatamente lo scudetto. Quando sei in quella modalità così spensierata e sicura, è più facile che la palla sbatta sul palo interno rotolando in rete, invece che su quello esterno».
Insomma, il Mantova non è lì per caso…
«Tutt’altro. Magari lo si poteva pensare dopo le prime partite. Ma più passa il tempo e più si capisce che c’è sostanza».
E del Padova cosa pensa?
«Che il mio amico Torrente sta costruendo qualcosa di altrettanto importante. Il Padova è l’unica squadra imbattuta, e pure questo non è un caso. È una squadra disposta bene in campo, che sa soffrire e propone un calcio concreto».
Lunedì sarà decisiva?
«No. Certo, dovesse vincere, il Mantova andrebbe a +7. Ma c’è tutto il girone di ritorno da disputare. Sono altre le indicazioni che dovranno uscire dalla partita di lunedì».
Ovvero?
«Questa sfida fornirà delle risposte. Sulla tenuta di entrambe le squadre, sulla possibilità di lottare fino alla fine per la Serie B, sull’altezza in cui andrà posta l’asticella».
La pressione sarà principalmente sul Padova…
«Sì. Anche perchè il Mantova, mal che vada, rimane primo. Però non scordiamoci del fattore ambientale: a Padova c’è un entusiasmo incredibile, come del resto a Mantova. Sono due piazze che si accendono facilmente. Anzi, il mio rimpianto mantovano sta tutto lì».
Si spieghi…
«Quando ho allenato il Mantova annusavo nell’aria la voglia da parte della tifoseria di esplodere. Una voglia latente, ma che si percepiva chiaramente. Il mio obiettivo era costruire qualcosa di importante per il futuro e riportare la gente allo stadio. Vedere la curva Te piena com’è adesso. Purtroppo non è stato possibile, ma so che i mantovani mi ricordano con affetto e di questo li ringrazio».
Tornando al big match di lunedì: ci dice due giocatori (uno per parte) che possono fare la differenza?
«Per il Padova scelgo Liguori. Per il Mantova Monachello».
Una scelta a sorpresa: Monachello non sta attraversando il suo momento migliore…
«Dategli tempo. Conosco bene Gaetano, avendolo allenato a Mantova, e credetemi: è un ragazzo che ha il fuoco dentro. Si è già rialzato tante volte in carriera e lo farà anche stavolta. Ma… posso citare un altro giocatore del Mantova?».
Ci mancherebbe.
«Brignani. L’ho allenato a Pesaro: ragazzo serio, ottimo difensore e bravissimo sulle palle ferme. Ha già segnato 5 gol e vedrete che ne segnerà ancora».
Secondo lei la Triestina è ancora in corsa?
«La Triestina risalirà la china, ne sono certo. Però, per quanto forte possa andare, non potrà mai riprendere Mantova e Padova se queste non mollano. E, per quanto visto qui, mi sento di escludere un crollo da parte delle due battistrada».
Per chi fa il tifo Galderisi?
«Non me ne vogliano i mantovani, ma il mio legame con Padova è davvero speciale. Vorrei vedere i biancoscudati in B ed anche in A».
Ma…
«Se non dovessero farcela, sarò felicissimo di applaudire il Mantova. Che merita la B tanto quanto il Padova. Anzi, colgo l’occasione per augurare buon anno a tutti i tifosi virgiliani, ai quali sarò sempre riconoscente per l’affetto che mi hanno dimostrato nella mia breve permanenza».