MANTOVA E venne il giorno di Gianluca Garzon e Matias Cuffa. I due sostituti di Lucio Brando sulla panchina del Mantova sono stati presentati ieri, con il presidente Ettore Masiello a fare da cerimoniere e il resto dello staff tecnico seduto ai lati: il preparatore dei portieri Federico Infanti, il match analyst e neotecnico della Juniores Nicholas Lazzari e il preparatore atletico Corrado Merighi. Masiello ha ribadito di aver optato per la scelta interna considerandola «la più indicata: Gianluca è con noi da 7 mesi; Matias ha giocato fino alla scorsa stagione, conosce a menadito lo spogliatoio ed è un gran motivatore». Il presidente ha aggiunto in seguito un consiglio per i due nuovi condottieri: «So di aver affidato loro una bella responsabilità, ma questa deve essere positiva, li deve caricare». Come dire: la pressione ci sarà, ma guai a farsi schiacciare.
Garzon e Cuffa, dal canto loro, sono apparsi concentrati e motivati. «Ringrazio la società – ha detto il primo – per l’opportunità e la fiducia, che cercheremo di ripagare quotidianamente sul campo. Ci aspettano 13 finali che affronteremo come tali. Tutti insieme lavoreremo sodo per centrare l’obiettivo». A chi gli chiede del rapporto con Brando (di cui era vice), il tecnico carpigiano risponde laconico: «Il nostro era un rapporto professionale». Senza aggiungere altro. Ma cos’è mancato alla squadra negli ultimi tempi? «Probabilmente un po’ d’entusiasmo – afferma Garzon – . Per questo non vogliamo stravolgere nulla sul piano tattico. Diciamo che andremo in campo per dominare la partita e attaccare gli avversari, non certo per attenderli. Sono convinto che con questa mentalità avremo più possibilità di vincere le partite. Siamo il Mantova: rispetto per tutti, paura per nessuno».
Dunque, una bella iniezione di entusiasmo. Questo, secondo lo staff, servirebbe al Mantova per ritrovare la brillantezza perduta. Interviene Cuffa, attingendo dalla sua lunga esperienza da calciatore: «So benissimo che, quando si cambia allenatore, bisogna lavorare principalmente sulla testa dei giocatori. Ed è questo che faremo. Per quanto mi riguarda, non mi aspettavo di certo il salto in prima squadra. Sono orgoglioso e cercherò di dare il massimo in ogni dettaglio. Il mio motto è stare sempre uniti, soprattutto nei momenti di difficoltà».
La mente è già a domenica, delicata trasferta a Sasso Marconi. «Loro sono in salute – commenta Garzon – , ma noi andremo in campo senza timori reverenziali». E sul Fiorenzuola in agguato, il pensiero del neoallenatore biancorosso ricalca quello del suo predecessore: «Dobbiamo guardare solo a noi stessi. Il resto non ci riguarda».