Il prof Perondi e l’estate nel pallone: “Giusto ripartire, ma attenzione agli infortuni”

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Francesco Perondi ha lavorato con Bologna, Lazio, Inter, Fiorentina e con la nazionale emminile. E’ vice presidente dell’Aiac

MANTOVA L’attesa sta per finire, il campionato di Serie A è ormai pronto a ripartire. Nel prossimo weekend si disputeranno le semifinali di Coppa Italia (finalissima il 17), da quello successivo tornerà il campionato. Il 20 giugno ripartirà anche la Serie B e a seguire (si deciderà probabilmente oggi) la C con i playoff e i playout. Poi, ad agosto, spazio alle Coppe Europee. Un’estate nel pallone, insomma, con il calcio italiano che prova a ripartire dopo il lungo stop per l’emergenza sanitaria. Si torna in campo dopo quattro mesi durante i quali le società hanno dovuto far fronte alle restrizioni del Governo e protocolli severissimi. Gli allenamenti di gruppo sono ricominciati da poco. Fino al 2 agosto sarà un tour de force, con tante partite ravvicinate. Il rischio infortuni è vissuto come un incubo dai giocatori, ma anche dalle società, che contemporaneamente stanno pensando alle mosse di mercato per la prossima stagione. Di tutto questo abbiamo parlato con il prof. Francesco Perondi, preparatore atletico mantovano (è originario di Schivenoglia), vice presidente dell’Aiac (Associazione Italiana Allenatori di Calcio), il quale vanta diverse esperienze in club di Serie A, tra cui Bologna, Lazio, Inter, Fiorentina, e l’estete scorsa era nello staff della nazionale femminile al Mondiale di Francia.
Prof, ricomincia il campionato: come bisogna affrontare la ripresa dopo questo lungo stop?
«Ci troviamo di fronte ad una situazione nuova. Per tutti. Le tutele che sono state messe in campo a garanzia dei giocatori e di chi opera intorno alle squadre serviranno per preservare la salute di tutti. Posso dire che ottenere velocemente prestazioni di alto livello sarà molto complicato. E il rischio infortuni è estremamente alto».
Il lavoro svolto dai giocatori in questo periodo, prima singolarmente e poi in squadra, può bastare per tornare a giocare subito ad alti livelli?
«Ho avuto modo di confrontarmi con tutti i preparatori, dalla Serie A alla Lega Pro. L’indicazione principale è stata quella di controllare i giocatori nel lavoro domestico. Questo però non può bastare per mantenere le qualità fisiche dei singoli atleti. Occorrono almeno quattro settimane di lavoro in gruppo».
Rischio infortuni alto, diceva. Lo stiamo vedendo in Germania, ma anche in Serie A con i problemi occorsi a Ibrahimovic e Higuain. C’è la possibilità che i valori delle squadre possano cambiare?
«In Germania credo che questa incidenza di infortuni sia dovuta ad una ripresa molto veloce. La possibilità che i valori in campo si sovvertano è possibile, quindi bisognerà aspettarsi di tutto. Per tornare a vedere l’intensità di gioco pre Covid servirà molto tempo».
Lei è favorevole alla ripresa dei campionati?
«Personalmente sì. Se dovessimo aspettare le massime garanzie, ovvero il vaccino, bisognerebbe attendere non dei mesi, ma probabilmente degli anni».
E poi c’è un esercito di giocatori che non si allena da fine febbraio, come quelli del Mantova. E’ chiaro che in vista della prossima stagione dovranno ricominciare l’attività…
«Questi sono sportivi e sicuramente non rimarranno fermi. Non faranno il lavoro che sono abituati a fare durante la stagione, ma si faranno trovare pronti. Anche perché, prima o poi, il campionato ricomincerà anche per loro».