Volley – Il coach mantovano Andrea Anastasi sul tetto del mondo

Andrea Anastasi (a sx.), tecnico della Sir Safety Perugia
Andrea Anastasi (a sx.), tecnico della Sir Safety Perugia

PERUGIA La pallavolo è sempre stata foriera di successi per la nostra città. Ora sono gli allenatori a tenere alto il nome del volley virgiliano. Uno su tutti Andrea Anastasi, che dopo la vittoria in Supercoppa Italiana, domenica scorsa ha portato la Sir Safety Perugia sul tetto del mondo. Dopo una finale tutta italiana, e in parte mantovana, in Brasile la formazione allenata dal coach poggese ha battuto per 3-1 Trento, dove milita Alessandro Michieletto, conquistando per la prima volta nella sua storia il Mondiale per Club. Come una prima volta lo è stata per Andrea Anastasi, già campione del mondo, nel suo favoloso palmares, con gli Azzurri da giocatore nel 1990. «E’ stata un’emozione forte – commenta il tecnico della Sir – perché è un traguardo non facile da raggiungere. Prima devi arrivare a giocartelo e poi devi saper sfruttare al massimo un’opportunità che si presenta a inizio stagione e devi essere nella condizione psicofisica giusta. E vincere contro Trento, già cinque volte campione del mondo per club, non era affatto scontato. Dopo la vittoria in Supercoppa Italiana un altro successo, il primo in questa competizione, per Perugia e sono molto fiero di aver centrato questo traguardo».
Ora che campionato dobbiamo aspettarci?
«Siamo primi in classifica grazie al nostro roster che ha qualcosa in più degli altri. Le altre squadre hanno avuto problemi, ma si stanno assestando, e ci sarà più equilibrato in futuro. Io adesso sono concentrato sulla Champions, sulla prossima Coppa Italia e poi vedremo. Usciamo da un mese davvero intenso e pesante sul piano tecnico e su quello fisico. Adesso ci dedicheremo a lavorare in palestra».
Ci sono giovani interessanti per la Nazionale di De Giorgi?
«La Nazionale è già di per sè giovane e sembra non aver bisogno di innesti che il campionato potrebbe suggerire. Adesso giocano titolari Bottolo e Romanò, mentre si sono messi in mostra il libero di Trento Laurenzano e l’opposto di Taranto Stefani e altri sicuramente potrebbero emergere».
Che significato ha avuto per te essere mantovano e italiano nel tuo peregrinare in tutto il mondo?
«Girare il mondo mi ha portato grandi conoscenze e grande capacità di adattamento alle varie situazioni. Poi ho avuto questa opportunità di tornare in Italia, che non ho cercato, ma ho accettato, perché vincere nel mio Paese ha un significato diverso. Ha una cassa di risonanza diversa, più ampia. Poi ovviamente sono fiero di essere mantovano e di venire da una zona della provincia che ha avuto personaggi illustri in tanti sport, non solo nel volley. Mantova, seppure qualche anno fa, ha avuto due squadre in serie A1 e tanti allenatori si sono distinti in Italia e anche all’estero».
Sui social ti hanno paragonato a Carlo Ancelotti, tecnico del Real Madrid, con tanto di sigaro…
«Mi è stato proposto dal nostro Social Manager che cura l’immagine della squadra tutti i giorni sui social. Mi ha chiesto di fare una foto dopo la finale del Mondiale con tanto di sigaro e i tre cubani della squadra. Come fece Ancelotti dopo la vittoria della Liga con il suo Real. In comune abbiamo anche un inizio di carriera a Parma. Ma lui è molto più bravo di me, ha vinto di più». Neanche il tempo di rifiatare che ieri Perugia ha giocato in Champions. Nella gara valida per la quarta giornata, in casa ha battuto 3-1 Ankara: quarto successo di fila e qualificazione ai quarti più vicina.
Sergio Martini