Adolescenti e anziani si incontrano in remoto, un’esperienza di Pcto dell’IIS Bonomi Mazzolari con il “Centro Diurno della fondazione Mons Mazzali”

MANTOVA Che cosa potrà chiedere a una persona anziana una ragazza 17enne, una di quelle che spesso sbrigativamente sono definite superficiali?

Il rapporto fra nonni e nipoti è sempre stato privilegiato, a volte più ricco di fiducia, abbandoni e libertà d’affetto di quello con i genitori stessi.

E il momento del COVID ha scavato nelle categorie più esposte, gli anziani e i giovani, buche interiori improvvise, impensate in cui si è rischiato di sprofondare e, su tutto, spesso si sono agitati i mostri della solitudine e dell’ansia.

Ecco dunque le ragioni dell’esigenza avvertita dall’ IIS Bonomi Mazzolari e dal suo Dirigente, Roberto Capuzzo, coadiuvato da Giuseppina Allegorico e Alessia Forgione, referenti del Progetto, di organizzare un’esperienza di PCTO nel Settore Socio – Sanitario in collaborazione con CSV Mantova e il “Centro Diurno Integrato” della fondazione Mons. Mazzali” di Mantova.

Adeguatamente preparati dalle referenti del progetto e da Bruno Miorali, presidente dell’associazione Università Verde Pietro Toesca, le classi 3ASS e 3BSS hanno partecipato ad esperienze formative sul valore della rilevazione dei bisogni, della relazione d’aiuto, della comunicazione efficace attraverso l’ascolto attivo.

Grazie alla collaborazione con la coordinatrice del Centro, Katia Romagna, i ragazzi hanno incontrato via SKYPE alcuni ospiti del “CDI” per una prima conversazione amichevole che spesso ha scatenato in loro liberatori fiumi di parole, ricordi felici e grata condivisione, generando benessere in entrambe le parti. I più giovani hanno avuto l’opportunità di conoscere un mondo che non c’è più, scoprendo con sorpresa che, come affermano le allieve Giulia e Silvia “determinate cose che noi consideriamo normali, non lo erano e non lo sono state per le generazioni prima di noi”.

Gli anziani, dal canto loro, si sono sentiti gratificati dall’intervista collaborando da subito con i ragazzi che hanno ringraziato per la compagnia e il tempo dedicato. Hanno potuto aprirsi all’esterno pur rimanendo al centro diurno, in un dialogo empatico che li ha portati non solo a sentirsi utili, ma protagonisti.