MANTOVA – Sulle prime ha pensato a uno scambio di persona, poi a uno scherzo, e alla fine non sapeva più cosa pensare. Una donna di Mantova ha ricevuto delle avances tramite facebook da un suo falso profilo (fake-id), e ha deciso di sporgere denuncia quando ha cominciato a trovare dei biglietti con sei messaggi anonimi sul parabrezza della sua auto. Le indagini hanno portato a scoprire l’utenza che ha creato il falso profilo facebook; era del marito che però ha negato tutto mettendosi pure a piangere, un pianto che la donna ha interpretato come sincero, decidendo di rimettere la querela, anche se ormai le indagini per stalking e minacce sono partite e potrebbe emergere una situazione per la quale è previsto il procedimento d’ufficio. Tutto è iniziato una decina di giorni fa, quando una donna sulla quarantina ha ricevuto un paio di messaggi sul proprio cellulare, da parte di un paio di ammiratori, chiamiamoli così, che la contattavano perché interessati a un incontro “caliente”. Sulle prime la donna pensava a uno scherzo, ma visto che quelli insistevano e altri pure, decideva di rispondere a uno dei suoi fans che le spiegava che aveva visto il suo profilo facebook dove diceva di essere a disposizione a incontri di sesso a pagamento. A quel punto la donna decideva di sporgere denuncia nei confronti di ignoti, ovvero coloro che avevano creato il falso profilo con il suo nome e anche sue foto. Le indagini partivano e nel frattempo la donna cominciava a trovare dei foglietti con dei messaggi sul parabrezza della sua auto dai toni minacciosi: so dove lavori, so cosa fai e altre frasi di questo tenore. Nel frattempo la faccenda era passata alla Polizia Postale, ai cui agenti la donna raccontava dei bigletti. Gli agenti consigliavano alla signora di lasciare l’auto in una zona videosorvegliata, ciò che lei faceva, e tanto bastava a non farle trovare altri messaggi. A quel punto le veniva chiesto se qualcuno sapeva della sua denuncia e della trappola delle telecamere: no, rispondeva lei, a parte mio marito. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno scoperto l’utenza dalla quale è stato creato il falso profilo facebook della 40enne: appartiene al marito della stessa. L’uomo, convocato dagli agenti ha negato tra le lacrime di avere mai creato un profilo facebook in cui la moglie veniva fatta passare per una prostituta. Lei ha deciso di ritirate la querela, convinta che sia sincero. Gli investigatori per il momento se ne stanno fermi: tra moglie e marito non mettere il reato procedibile d’ufficio.