Aziende insolventi: a Mantova scatta l’allarme arancione

MANTOVA Quinto posto a livello regionale. Giù da podio ma non troppo lontano: una posizione non da allarme rosso ma arancione. È la posizione della provincia di Mantova nella classifica dell’incidenza di ditte insolventi relativamente ai propri territori. La graduatoria in questione è stata redatta da Business scan, piattaforma sviluppata da SevenData, un’azienda di marketing milanese. La graduatoria riguarda le imprese in Lombardia che hanno aumentato in maniera maggiore il loro rischio di insolvenza negli ultimi 24 mesi. Dal gennaio 2022 all’inizio di quest’anno, l’incidenza di aziende in difficoltà è cresciuta del 2,5% a livello regionale. In questa media c’è il picco negativo della provincia di Cremona, che con il suo +3,7% ha registrato l’incremento maggiore di imprese locali a rischio insolvenza; mentre in fondo alla classifica c’è la provincia di Lecco con +1,5%. Mantova è quinta, dopo Milano (+2,9%), Pavia (+2,8%) e Monza e Brianza (+2,7%), con un incremento dell’incidenza del 2,6% negli ultimi 24 mesi, che pone la nostra provincia seppure di poco al di sopra della media regionale. Seguono Mantova Brescia (+ 2%), Varese (+2%), Bergamo (+1,9%), Lodi (+1,7%), Como (+1,5%), e in ultima posizione appunto Lecco (+1,5%). Le aziende con rischio insolvenza più elevato, in Lombardia sono complessivamente 72.680 (28% del totale, 1 punto in meno rispetto alla media nazionale). Cremona conta 1431 imprese a rischio, pari al 27% del totale: Milano 38.088 imprese (30%), Brescia 7.795 (26%), Bergamo 6.201 (24%), Monza e Brianza 5.022 (27%), Varese 4.358 (26%), Como 3.028 (27%), Pavia 2.201 (28%), Mantova 1.736 (26%), Lecco 1.279 (22%), Lodi 916 (30%), Sondrio 625 (22%). A livello nazionale, assumendo come paramentro l’incidenza delle aziende a rischio sul totale imprese, la Lombardia si colloca al 7° posto (28%). In Lombardia l’incidenza delle imprese a rischio insolvenza al di sotto della media nazionale con una dinamica di crescita di queste ultime, che si colloca su livelli fisiologici tipici di un’economia a elevato dinamismo come quella lombarda.. Con le prospettive di crescita per il 2024 che sono però in contrazione rispetto a quanto si prevedeva lo scorso ottobre, le prospettive per l’anno in corso non sarebbero improntate all’ottimismo.