Colle aperto, un primo passo per buttare giù il magone

Via alle fasi preliminari per potere espropriare il manufatto

MANTOVA Conto alla rovescia anche per il “magone” di Colle Aperto. Il piano di riqualificazione urbana avviato all’inizio del mandato da  Mattia Palazzi, dopo avere messo mano a molte situazioni irrisolte nelle aree centrali, adesso si sta spingendo anche in quelle periferiche, dove permangono da decenni – nel caso addirittura da quasi trent’anni – situazioni scheletri di cemento mai portati a termine dalle ditte, e assai spesso facenti capo a società in fallimento o in liquidazione.
Ieri l’annuncio ufficiale dell’amministrazione di via Roma, che nella settimanale riunione di giunta ha dato il via libera alla proposta per il consiglio comunale di adozione della variante al Piano delle regole e al Piano dei servizi necessari a poter modificare il Piano di gestione del territorio vigente. Il primo passo insomma per potere dare corso all’esproprio e alla successiva demolizione del manufatto.
Tali procedure sono necessarie per apporre il vincolo preordinato all’esproprio del diritto di superficie dello “scheletro” a Colle Aperto. L’edificio si trova in stato di assoluto abbandono da decenni in via Croce, alle spalle della chiesa parrocchiale; anche lui, come molti altri, ormai noto fra i residenti come “magone”.
Il diritto di superficie per costruire un centro commerciale è stato concesso addirittura nel 1989, ai tempi della giunta Bertazzoni, in applicazione degli indirizzi del piano regolatore di allora. Successivamente, la stessa area – che vede ormai saturo il suolo di destinazioni commerciali, ha mutato destinazione d’uso col Pgt approvato nel 2012 dall’amministrazione Sodano passando da commerciale a residenziale. Tuttavia lo “scheletro”, di proprierà del Gruppo R, non ha mai trovato una destinazione definitiva che lo sottraesse alla situazione di degrado.
Il Comune ha pertanto perseguito l’obiettivo di espropriare il diritto di superficie alla società proprietaria, per abbattere l’immobile, tra l’altro privo di strutture antisismiche, per realizzare al suo posto un centro polivalente, come richiesto da una delle osservazioni pervenute da parte dell’associazione Centro Aperto. Per far ciò si è resa necessaria la variante urbanistica che trasformerà le aree da residenziali a funzioni pubbliche, ponendo anche il vincolo all’esproprio.
«È inaccettabile – ha sottolineato l’assessore all’Urbanistica Andrea Murari – che da decenni nel cuore di Colle Aperto ci sia un edifico enorme fatiscente e abbandonato. Per questo abbiamo deciso di espropriare quel “magone” e di abbatterlo. Non sarà facile, ma ci metteremo tutta la nostra determinazione. Al suo posto vogliamo che sorga un centro polivalente all’altezza, che oggi manca, come ci hanno chiesto i cittadini e le associazioni», conclude Murari.