‘Ndrangheta: la prefettura emette 4 interdittive antimafia

MANTOVA Mai abbassare la guardia quando si ha a che fare con la criminalità organizzata. Un consiglio che non è stato assolutamente trascurato dalla prefettura di Mantova che nelle scorse ore ha emesso ben 4 interdittive antimafia nei confronti di altrettante imprese mantovane i cui titolari avrebbero avuto dei contatti con membri appartenenti alla ’ndrangheta. Si tratta di ditte con sede legale a Mantova, Curtatone, Gonzaga e Poggio Rusco, che operano principalmente nel settore dell’edilizia, ma anche in quello della cura e manutenzione di parchi, aree verdi, giardini pubblici e privati, aree verdi di cimiteri, attività dunque di diretta relazione con pubbliche amministrazioni del territorio. Destinatari dei provvedimenti sono i titolari delle 4 aziende, i quali, dagli elementi raccolti intrattenevano rapporti economici e contatti con realtà criminali calabresi appartenenti ad ambienti ‘ndranghetisti. I 4 imprenditori sono in parte di origine calabrese in parte mantovani, e le loro aziende avevano svolto dei lavori in appalto con alcuni enti pubblici in provincia. Una parte di queste interdittive è frutto degli accertamenti amministrativi svolti partendo dall’operazione Sisma, mentre l’altra parte riguarda i contatti con la cosca Grande Aracri attiva a Brescello. Il provvedimento comporta il diniego di iscrizione nell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (White List), istituiti presso la Prefettura di Mantova. Tali imprese hanno intrattenuto rapporti con enti del territorio, in qualche caso anche grazie ad affidamenti diretti di prestazioni e lavori. L’adozione dei provvedimenti pertanto si è resa necessaria per limitare la capacità giuridica delle società destinatarie, impedendo loro di avere rapporti con la Pubblica Amministrazione, in un’ottica cautelare e preventiva. La certificazione antimafia è infatti la tutela dell’ordine pubblico economico, della libera concorrenza tra imprese e del buon andamento della Pubblica Amministrazione, in quanto consente di escludere che un imprenditore, pur dotato di mezzi economici e di un’adeguata organizzazione, meriti la fiducia delle istituzioni, negandogli la possibilità di essere titolari di rapporti con le Pubbliche Amministrazioni o degli altri titoli individuati dalla legge. (cad)