Obesità in gravidanza, al Poma counseling per mamme in sovrappeso

MANTOVA – Migliorare la salute delle donne obese o in sovrappeso in gravidanza e ridurre i rischi di sviluppare malattie per i figli in arrivo: a questo è volto il progetto promosso dal servizio di Promozione della Salute del Dipartimento delle Fragilità, che coinvolge il Dipartimento Materno Infantile di Asst con la partecipazione attiva dei Consultori familiari, dei reparti di pediatria di Asola, Mantova e Pieve, dei reparti di Ostetricia e Ginecologia di Mantova e Pieve, del servizio di Nutrizione Clinica, del corso di laurea in Ostetricia e del Servizio Biostatistico. Sono in tutto cento le donne gravide che saranno coinvolte con indice BMI>28 (indice di massa corporea), seguite dai Consultori familiari della Asst di tutta la provincia. Il personale coinvolto monitorerà i figli delle pazienti per 24 mesi, cioè fino al secondo anno di età, per verificare l’efficacia degli interventi messi in atto dagli operatori. Le donne del gruppo sperimentale riceveranno infatti un counseling specifico, fornito dagli esperti della Promozione della Salute, dei Consultori Familiari e delle Pediatrie di Asst. Le donne del gruppo di controllo riceveranno brochure informative sui sani stili di vita e l’alimentazione in gravidanza, tradotte anche in varie lingue straniere.

La gravidanza, il puerperio e lo svezzamento sono infatti momenti cruciali. In questa finestra temporale le donne e le famiglie si trovano in una fase molto ricettiva dei suggerimenti esterni e attraverso indicazioni specifiche possono iniziare a curare maggiormente il proprio stile di vita e le proprie abitudini alimentari, ma anche adottare per il bambino e per l’intera famiglia comportamenti salutari.
L’obesità nei bambini è una malattia che colpisce diversi organi e apparati e può essere causa di grave disabilità. Una vera e propria patologia che comporta maggior infiammazione basale e predisposizione a malattie croniche come diabete, aterosclerosi, tumori. Ogni anno, nel mondo, aumenta di 1 milione e 300mila il numero di bambini in sovrappeso e di 300mila quello dei bambini obesi. Negli ultimi 30 anni i numeri sono quasi triplicati, soprattutto a causa del cambiamento dello stile di vita delle famiglie. Se in Europa si stima che circa il 30 per cento dei bambini sia in sovrappeso o obeso, i più recenti dati Istat dicono che bambini e adolescenti in eccesso di peso hanno raggiunto quota del 24,9 per cento, con notevoli differenze di genere (28,3 per cento maschi, 21,3 femmine), rendendo l’obesità infantile uno dei principali problemi di salute pubblica. Secondo l’indagine Okkio alla salute, in Italia nel 2019 i bambini in sovrappeso in età scolare erano il 20,4 per cento e gli obesi il 9,4 (valori soglia dell’International Obesity Task Force, Iotf); i maschi hanno valori di obesità leggermente superiori alle femmine (maschi obesi 9,9 per cento, femmine obese 8,8 per cento). Le regioni del Sud hanno valori più elevati di eccesso ponderale in entrambi i generi. Prevalenze di obesità più elevate si osservano anche in famiglie in condizione socioeconomica più svantaggiata e tra i bambini allattati al seno per meno di un mese o mai.
L’obesità infantile è correlata allo sviluppo di obesità anche in età adulta e l’eccesso di peso può essere associato a gravi patologie in vari ambiti: ortopedico, psichico, metabolico e cardiovascolare. Uno stile di vita sano, un’educazione alimentare adeguata e la pratica regolare di attività sportiva sono certamente l’approccio più indicato per ridurre l’obesità. Fattori genetici, epigenetici e ambientali, alimentazione scorretta e sedentarietà possono essere tra le principali cause di obesità. Il patrimonio genetico è la base su cui si inseriscono i fattori ambientali in quanto la presenza di uno o entrambi i genitori obesi, ad esempio, rappresenta uno dei fattori di rischio più importanti per la comparsa dell’obesità nel bambino.
Diversi studi e la pratica clinica testimoniano infatti la difficoltà di intervenire con una dieta nei bambini in età scolare: solo il 10 per cento riesce nell’impresa. Importante allora è agire sulla prevenzione, dalla fase gestazionale fino al secondo anno di vita con interventi specifici basati su interventi effettuati da operatori esperti.