MANTOVA Doveva essere una valvola di sfogo per i residenti della Ztl allargata, ma a quanto pare tra questi nessuno se n’è accorto: il parcheggio ricavato nell’area ex Tea di vicolo Stretto risulta manifestamente inutilizzato. E a sollevare il caso, documentandolo con fotografie scattate in varie condizioni del giorno e in vari giorni, è il capogruppo dell’opposizione Pier Luigi Baschieri (Fi), che già proprio su questo parcheggio aveva mosso rilievi invitando l’amministrazione a estenderlo su tutta l’area ex Tea, sino ad accorparlo con quello del lungolago Gonzaga, ormai ceduto all’Apcoa.
Per il capogruppo azzurro non ci sono dubbi: l’intera operazione legata alla Ztl allargata di via Calvi è un flop. Lo è per i commercianti, lo è per i residenti, e lo è anche per chi voleva trovare una comoda via di avvicinamento al centro storico. Soprattutto è un flop il parcheggio nell’area ex Tea inaugurato alcune settimane fa. «Mi sono recato personalmente in vicolo Stretto per prendere visione diretta – commenta Baschieri –, e la situazione non è mutata nonostante abbia ripetuto il sopralluogo in vari giorni e in varie ore del giorno. Ci sono stato nelle ore diurne di giorni feriali, poi in giorni festivi, e altrettanto in ore notturne. Il risultato era sempre quello: un paio di vetture al massimo. Le foto parlano da sole».
È caduta nel vuoto la proposta di Forza Italia di combinare le aree ex Tea di vicolo stretto per allargare la disponibilità di parcheggio, mettendole a disposizione non solo dei residenti, ma anche degli altri utenti. Proposta caduta nel vuoto, lamenta Baschieri. che a questo punto apre anche un capitolo spinoso: quello dell’inquinamento che venne rilevato anni fa sotto il sedime degli impianti Tea.
«Lo sappiamo benissimo – precisa il consigliere comunale – che prima dell’intervento sarebbe stata necessaria la bonifica del sottosuolo. Dalle indagini condotte in passato, erano emerse forti concentrazioni di idorcarburi, solventi aromatici e Ipa; servirebbe anche la demolizione di qualche palazzina fatiscente. In passato, nel corso dei monitoraggi dell’Arpa, relativi alle acque sotterranee, la falda superficiale era risultata contaminata da benzene e benzo(a)antracene. È vero, come asserisce l’assessore Murari che una bonifica costerebbe svariati milioni di euro, ma la Tea i soldi li ha. Alle altre imprese si impongono le bonifiche; perché alla Tea no?», conclude Baschieri.