Pensioni ingessate: quasi 3mila mantovani senza aumenti

Una perdita di 1.138.579 all’anno,

INPS

 MANTOVA Non si tratta di “calo”, come tanti paventano, semmai di mancati aumenti. Aumenti dovuti quantomeno in base agli indici Istat che regolano le rivalutazioni. In base alla riforma delle pensioni 2019, collegata alla Finanziaria, sono 29.062, su un totale di quasi 137mila pensioni erogate complessivamente in provincia, i mantovani che non beneficeranno dell’intera perequazione automatica e che saranno penalizzati dalla legge di bilancio 2019 per i prossimi 3 anni, lasso di tempo per cui è previsto il blocco della rivalutazione Istat. Complessivamente si tratta di una perdita annuale pari a 1 milione e 138.579 euro.
A dirlo è un’analisi dello Spi-Cgil Mantova. In base alla recente normativa, infatti, alle pensioni di importo superiore ai 1.522 euro non verrà applicata per intero la rivalutazione Istat dell’1,1%. Di questi 29.062 pensionati, 20.954 sono persone che hanno lavorato nel privato e 8.108 nel pubblico. I nuovi scaglioni della finanziaria prevedono che fino a 1.522 euro, ossia fino a tre volte il minimo, la rivalutazione sarà dell’1,1%; da 1.522 a 2.029 euro la rivalutazione sarà il 97% dell’1,1%; fino a 2.537 euro il 77% dell’1,1%; fino a 3.042 euro il 52% dell’1,1%; fino a 4.059 euro il 47% dell’1,1%; fino a 4.566 euro il 45% dell’1,1%; oltre i 4.566 euro, il 40% dell’1,1%.
«Se teniamo conto – spiega Carlo Litrico, esperto di pensioni della Cgil – che la riduzione media è pari al 59,67% (ovviamente più alta è la pensione, più si abbassa la percentuale di attribuzione dell’aumento) sappiamo che la perequazione automatica media che verrà attribuita alle quote di pensioni che eccedono i 1.522 euro sarà pari allo 0,65%». Questo significa che, rispetto a una perequazione automatica pari all’1,1%, con il blocco della rivalutazione e i nuovi scaglioni la somma complessivamente persa dai pensionati mantovani che percepiscono più di 1.522 euro al mese sarà di 1.138.579 euro nel 2019, quasi 3 milioni e 500mila euro nel triennio. Questo calcolo è stato effettuato in via mediana, come spiega Litrico, basandosi su queste due analisi.
Intanto, le pensioni dei privati che avrebbero dovuto avere un aumento di perequazione automatica pari all’1,1%, cioè un aumento mensile di 23,62 euro (2.148,17 euro, importo medio, moltiplicato per 1,1%) e che invece avranno un aumento mensile di 20,81 euro perderanno ogni mese 2,81 euro. Se moltiplichiamo 2,81 per 13 mesi e per 20.954 pensioni avremo una minor entrata nel 2019 per complessivi 765.449 euro. In base alla seconda analisi, le pensioni dei pubblici che avrebbero dovuto avere un aumento pari all’1,1%, cioè un aumento mensile di 25,40 euro (calcolato come 2.309,60 euro di importo medio, e moltiplicato per 1,1%) e che invece avranno un aumento medio mensile di 21,86 euro, perderanno ogni mese 3,54 euro. Se moltiplichiamo 3,54 per 13 mesi e per 8.108 pensioni avremo una minor entrata nel 2019 per complessivi 373.130 euro.