Sedotto e truffato dalla “bella della chat”: via 30mila euro

MANTOVA C’è cascato in pieno; solo che il pieno l’ha fatto “lei” o chi per lei. Un 65enne di Mantova, vedovo da pochi mesi, per vincere la solitudine finisce in un sito d’incontri dove entra i contatto con una donna di circa 30 anni che dopo qualche chattata decide di svelare il suo “terribile segreto” proprio a lui, perché sente che “può fidarsi”. Tanta fiducia alla fine è stata ripagata con 30mila euro spillati al vedovo, e sarebbero stati ancora di più se un familiare del 65enne non si fosse accorto di quel che stava combinando il parente. In questo modo la truffa è stata bloccata e la relazione a distanza è diventata materia per la Polizia Postale che ha avviato un’indagine che finirà per dare un nome alla misteriosa “lei” ma che non restituirà un centesimo alla vittima di quello che per certi versi potremmo chiamare un “crimine del cuore”. La vicenda risale a qualche tempo fa ma è emblematica di come vanno le cose nell’ambito delle truffe online. da una parte c’è un 65enne rimasto recentemente da solo che cerca compagnia seduto davanti allo schermo di un computer. Dall’altra parte c’è una bella 30enne che si fa chiamare Elena, nome di fantasia come tutta la storia che c’è dietro a questo nome. I due si conoscono in una chat e dopo un paio di incontri Elena capisce che di quell’uomo solo che sta cercando una seconda opportunità di vita si può fidare. Così quando lui si fa avanti e chiede di incontarla di persona lei decide di confidargli il suo terribile segreto: “sono prigioniera di una banda che mi costringe a prostituirmi. Finché non avrò pagato un riscatto non mi lasceranno andare. Non chiamare la Polizia perché mi tengono segregata e non so dove. Puoi aiutarmi? Ti restituirò tutto appena sarò libera e potrò finalmente incontrarti”. Il nostro 65enne si trova così proiettato dentro una storia “vera”, che non ha mai vissuto se non nei film che ha visto. E’ la sua seconda opportunità e il finale sembra già scritto: avrà la ragazza dei suoi sogni. Così non esita a pagare la prima rata del riscatto della sua Elena. Sono 400 euro la prima volta su carta ricaricabile PostePay, che diventano 800 la seconda, e poi ancora 600, 400 e non bastano mai perché “quelli della banda “sono tanto avidi quanto spietati. Quando un familiare del 65enne si accorge che c’è qualche problema sul conto corrente è ormai troppo tardi: sono spariti 30mila euro e anche la bella Elena. Dove finisce l’avventura. Iniziano le indagini della Polizia Postale.