Seminudo sfida la Polizia in diretta social, nei guai un 22enne senegalese

MANTOVA  – Se ne andava in giro seminudo per il quartiere di Lunetta, e quando gli agenti di una Volante della questura lo hanno fermato per farlo rivestire, lui ha cercato di opporre resistenza in tutti modi, guadagnandosi alla fine una denuncia per rifiuto di fornire le proprie generalità. Una sorta di “minimo sindacale” quanto contestato a un senegalese di 22 anni che verso le 11 dell’altro ieri è stato sorpreso dai poliziotti mentre percorreva viale Lombardia in deshabillé, perché lo straniero ne ha combinate di ogni prima di venire caricato sull’auto di servizio e portato in questura per accertamenti, a cominciare dal momento in cui è stato fermato. All’invito a ricomporsi perché il suo abbigliamento era “poco consono al decoro urbano”, il 22enne ha risposto ridendo in faccia ai poliziotti per poi sputare per terra di fronte a loro, dopodiché è salito in sella alla sua bici e se n’è andato. Gli agenti allora hanno girato l’auto e lo hanno raggiunto bloccandolo per strada. Quando gli hanno chiesto di mostrare i propri documenti il 22enne ha risposto con un secco No, quindi ha estratto il proprio smartphone e lo ha puntato contro gli uomini in divisa dicendo che stava facendo una diretta su un canale social: “non potete farmi nulla”. I poliziotti gli spiegavano che non poteva diffondere sul web immagini delle forze dell’ordine senza alcuna autorizzazione; argomento privo di interesse per il senegalese che proseguiva nella sua diretta social. I poliziotti riuscivano comunque a farsi consegnare la carta d’identità dal 22enne, ma alla richiesta del permesso di soggiorno quello rispondeva continuando a riprendere i poliziotti. Probabilmente tra gli spettatori della sua diretta c’erano suo padre e suo fratello che sono scesi in strada per evitare guai peggiori. Il padre consegnava ai poliziotti una copia del permesso di soggiorno del figlio, ma ciò non gli evitava la denuncia per rifiuti di generalità. Sono inoltre in corso accertamenti riguardo la diretta social con diffusione di immagini non autorizzate delle forze dell’ordine al lavoro, fatto che potrebbe costargli un’altra denuncia.