Versalis, impianto pilota con rischi: lo denuncia il pentastellato Zolezzi

MANTOVA – Il deputato M5S Alberto Zolezzi, nei giorni scorsi, ha depositato un’interrogazione presso i Ministeri dell’ambiente e della salute, riguardante “Impianto pilota per la pirolisi di plastiche miste” di Versalis spa L’impianto dovrà sorgere nel polo chimico riconosciuto Sito di Interesse Nazionale (Sin) “Laghi di Mantova e Polo Chimico”. Secondo quanto sostiene Versalis: “avrà una capacità di lavorazione di materie plastiche fino a 6mila tonnellate all’anno, con una capacità produttiva di 640 kg all’ora, corrispondente a circa l’80% del materiale polimerico alimentato. In particolare, verranno prodotte 4.875 tonnellate all’anno di olio di pirolisi, un distillato di idrocarburi che sarà stoccato in appositi serbatoi e poi esportato per essere utilizzato come materia in altri stabilimenti, e 870 tonnellate all’anno di prodotto solido denominato char, inerte, che dopo essere stato rilavorato potrebbe essere reimpiegato (dal char si potrà ricavare anche un altro prodotto, il coke)”. “Le tecnologie di pirolisi e gassificazione hanno presentato numerose criticità e sono ancora in fase di sviluppo, per questo motivo sono pochi gli impianti con un numero elevato di ore d’operatività alle spalle” dichiara Albero Zolezzi. “Nella mia interrogazione chiedo, dunque, ai Ministri interrogati se abbiano notizia dello stato dei progetti di recupero di materia diretto dai polimeri plastici come “Ecopulplast”; se intendano bloccare i progetti di pirolisi, già bocciati altrove per le importanti criticità; e se in subordine il Ministro dell’ambiente intenda chiedere la Via per questo progetto a Mantova. Un progetto che mi lascia perplesso e preoccupato poiché nello studio preliminare si legge che le emissioni previste saranno di 200 mg di Nox per Nm3, circa 20 volte superiori a quelle del turbogas Enipower del medesimo sin. Solo a Mantova, Ispra stima che il 70% del particolato sia secondario. Oltre alle problematiche emissive in termini di precursori delle polveri sottili va segnalata la temperatura operativa (400-500°C circa) che potrebbe portare alla formazione di diossine e altri interferenti endocrini. C’è poco di cui rallegrarsi perché è un attimo che da impianto pilota da 6mila tonnellate si passi a impianto industriale per trattare e bruciare tutte le plastiche scartate dalla cartiera Pro-Gest. Mandando in fumo tutti gli sforzi fatti fino ad ora per evitare la costruzione dell’inceneritore”.