Maca: nella prossima stagione gli esiti di studi inediti

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Mantova Maca: Mantova Collezioni Antiche. Alla data dell’inaugurazione, il 17 febbraio di quest’anno, fu subito ribadita la volontà dell’amministrazione comunale e della direttrice dei Musei Civici Veronica Ghizzi: rendere il luogo più fruibile, grazie ai nuovi allestimenti delle collezioni e, ancora di più, aprirlo alla cittadinanza. Il bilancio che fin qui si può tracciare in merito a tale aspettativa è positivo, grazie a iniziative come i Flash d’Arte, che permettono di approfondire ogni volta un differente aspetto di una delle quattro raccolte che si trovano nel Palazzo di San Sebastiano,
attraverso la maggiore accoglienza degli studenti dagli istituti e tramite i laboratori gratuiti aperti a bambini e famiglie. Tutte attività che hanno incontrato un ottimo riscontro. I dati dell’ultimo ponte, lunedì e martedì, riportano numeri incoraggianti:  4862 ingressi solo per il Maca e 2.528 per il vicino Tempio di San Sebastiano. A proposito di Flash d’Arte: fondamentale il prossimo appuntamento, il 20 maggio, durante il quale si festeggeranno i 250 anni dalla nascita di Giuseppe Acerbi, ricordando il personaggio sia come letterato sia come collezionista. Prima una cerimonia organizzata dall’associazione Premio Acerbi nel paese di origine di Acerbi, Castel Goffredo, il 3 maggio e poi l’approfondimento presso il Maca in merito alla raccolte, talmente vasta da permettere di essere filtrata tramite un inedito punto di vista, grazie alla curatrice Daniela Picchi. Affiancando alla componente archeologica anche quella inerente il premio letterario dedicato a Giuseppe Acerbi con la cura della presidente Simona Cappellari. Ultimo incontro della stagione primaverile il 24 maggio, con l’assirologo Giovan Battista Lanfranchi sulla collezione mesopotamica.
Gli appuntamenti
della prossima stagione
«Da ottobre a dicembre riprenderanno, con nuovi temi, gli incontri dei Flash d’Arte  – spiega la direttrice – ma nel frattempo non abbiamo trascurato le opere esposte nel Tempio di San Sebastiano, affidando tale incarico a due giovani studiosi, che dall’autunno ci illustreranno le scoperte delle loro ricerche. L’occasione di esaminare tutte insieme le opere scultoree di epoca albertiana infatti, ha consentito nuovi confronti utili a suscitare nuove letture rispetto ad una bibliografia piuttosto consolidata. Che sveleranno a qualche sorpresa nelle prossime conferenze. Inoltre, anche se molto si è trattato di Alberti e di Mantegna, sappiamo che Leon Battista Alberti non ha personalmente eseguito la parte scultorea  e operativa dei suoi lavori. Resta, pertanto, poco esplorato l’ambito inerente il contributo di Luca Fancelli e di tutti i lapicidi che devono aver lavorato a Mantova in un determinato ambito e periodo. Aprendo un filone ancora da battere. Per quanto riguarda i Flash d’Arte invernali, nella collezione dedicata a Vespasiano abbiamo potuto esporre molto materiale, in precedenza conservato nei depositi del Ducale. Che è stato restaurato e di cui certamente si tornerà a parlare, per chiarire l’origine della raccolta e quali strade tutti questi manufatti avessero preso prima di arrivare a Sabbioneta. Argomento che riserva non poche curiosità».
Il Nuovo Museo
di Arte Moderna
«Per quanto concerne le attività di più lunga realizzazione – continua Veronica Ghizzi – si sta procedendo alla selezione delle opere che andranno a formare la collezione del Nuovo Museo di Arte Moderna, nel Casino delle Guardie Nobili nel complesso di Palazzo Ducale, con lavori che vanno dalla fine dell’Ottocento al Novecento mantovano, fino ad oggi rimasti nei depositi di Palazzo Te. In prospettiva si arriverà al 2024 con il progetto definito e al 2025 con l’esatto importo degli investimenti. Ora stiamo, appunto, scegliendo le opere: io e Roberta Piccinelli per Palazzo Te, Renata Casarin delegata per Palazzo Ducale, con il coordinatore Giovanni Pasetti. Ci sarà una prima fase dedicata al restauro e allo studio dei materiali. Mentre la ristrutturazione dell’immobile è basata su fondi del Pnrr concessi a Palazzo Ducale. In merito alla parte strutturale del Maca, invece, grazie alla vincita di un bando, sarà presto collocata una speciale illuminazione all’interno delle vetrine, per poter osservare in modo netto tutti i particolari dei reperti.”