Addio unione Terre di Zara e Po, divorzio tra Motteggiana e Pegognaga

Il municipio di Pegognaga

PEGOGANAGA È divorzio dopo le nozze combinate tra Motteggiana e Pegognaga. Annunceranno ufficialmente la separazione consensuale tra i due enti locali, nella giornata di domani in conferenza stampa, gli stessi due sindaci, il motteggianese Stefano Pellicciardi e il pegognaghese Stefano Zilocchi.
Che tra le due comunità l’amore non fosse mai nato, lo ha palesamente sancito l’esito referendario del 23 settembre 2018: 79% i no (740 su 934 votanti) a Motteggiana, 60% a Pegognaga. Tant’è che Zilocchi e Pellicciardi sono divenuti sindaci proprio in seguito all’esito negativo del referendum.
La nascita di un unico ente tra i due paesi era stata preparata a tavolino dai due predecessori, ossia Fabrizio Nosari e Dimitri Melli. I quali, entrambi espressi da coalizioni di centrosinistra, puntando sullo scontato consenso della maggioranza del rispettivo elettorato, hanno premuto sull’acceleratore degli eventi, passando dall’unione dei due comuni, formalizzata in Terre di Zara e Po, per giungere successivamente alla fusione, previo consulto dei cittadini tramite referendum.
L’obiettivo politico di Melli e Nosari era quello di forzare lo stallo conseguito ai tentativi di creare il classico ente locale di 50mila abitanti derivante dall’eventuale fusione di Gonzaga, Moglia, Motteggiana, Pegognaga, San Benedetto Po e Suzzara. Operazione, quest’ultima, dimostratasi pressoché impossibile, nonostante il consenso allo studio di fattibilità dato da tutti i sei Comuni ne prospettasse la fusione. Invece già tra i due enti con territori strettamente omogenei, Suzzara e Motteggiana, sono subito nate divergenze. Difficile quindi l’accordo poi con gli altri comuni. Melli e Nosari allora hanno provato a forzare i tempi prospettando la fusione tra Pegognaga e Motteggiana, anche in previsione che i vantaggi economici e pratici della legge sulle autonomie fossero limitati nel tempo, come di fatto sta avvenendo.
A seguito del no referendario, anche il segretario del partito di maggioranza, ossia l’onorevole Marco Carra, nel ruolo di segretario del circolo comunale del Pd, dopo aver caldamente sostenuto la fusione, visto l’esito, sorprendentemente ha caldeggiato la rottura finanche dell’unione, consolidando in tal modo soprattutto nei motteggianesi, decisamente propensi a fondersi con Suzzara, l’idea che creare un unico ente con Pegognaga sia “contro natura”. Ora nemmeno i pur limitati vantaggi economici derivanti dall’unione, che i due sindaci Pellicciardi e Zilocchi hanno potuto assaporare, li hanno dissuasi dalla separazione.

Riccardo Lonardi