BONDENO (Gonzaga) Una serata per imparare, riflettere e ringraziare. Questo il senso dell’evento organizzato l’altro ieri a Bondeno di Gonzaga. Promotori dell’iniziativa Carlo Galeotti e i figli Stefano, Raffaele e Massimo, titolari della società agricola Bonine in via Brigate Garibaldine, colpita la scorsa estate dall’improvvisa decimazione della propria mandria di bovine da latte a causa di improvvisa epidemia di botulismo. Nella fattispecie in ventitré giorni di persistenza del focolaio patogeno, dal 5 al 27 agosto 2018, si era registrata la perdita di 76 vacche in lattazione su 190 totali. Uno scenario drammatico per il prosieguo d’impresa di qualsiasi coltivatore diretto, tramutato però a stretto giro in un punto di ripartenza grazie alla determinazione ma anche ad una vera e propria gara di solidarietà che nel breve spazio di due mesi ha permesso alla famiglia Galeotti di poter riprendere a pieno regime l’attività in stalla, confluente nella filiera produttiva del Parmigiano Reggiano. Numerosi, infatti, gli attestati di vicinanza arrivati in quei giorni non solo dalle istituzioni locali e ma anche e soprattutto dagli allevatori della zona, prodighi nel donare sia capi propri per poter rimpiazzare subito quelli periti, che attraverso aiuti per finanziarne l’acquisto di nuovi. Ad aprire la serata, suddivisa in momento conviviale e di approfondimento medico-veterinario, gli interventi introduttivi del sindaco di Gonzaga Claudio Terzi, del consigliere regionale Alessandra Cappellari. e del direttore di Coldiretti Mantova Erminia Comencini presente unitamente al presidente provinciale di Coldiretti Paolo Carra. Sul fronte dell’informazione e della divulgazione scientifica, circa i fattori di rischio della patologia e di relativa prevenzione, si sono invece susseguite le relazioni del professor Andrea Formigoni, docente di nutrizione ed alimentazione animale alla facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna e del dottor Carlo Rosignoli dirigente veterinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Per quanto concerne quindi la diffusione nel caso di specie della spora di botulino, condizione patologica molto rara negli animali ma allo stesso modo particolarmente aggressiva – come spiegato dai due relatori – questa era stata addebitata ad un ballone di fieno avariato dalla presenza al suo interno da una qualche carcassa di piccolo animale (domestico, selvatico o sinotropo, unici portatori sani del batterio) e in seguito finito nel carro miscelatore al momento della distribuzione del pasto giornaliero in stalla. Un episodio, quello occorso alla famiglia Galeotti, che potrebbe, purtroppo, essere proprio di ogni altro allevamento di bovine da latte; sorveglianza e prevenzione quindi le armi da adottare ove non fosse possibile sopperire come in questo caso anche attraverso lo spirito solidale e di comunità.