Grazie: madonnaro invita all’accoglienza, polemica della Lega

GRAZIE  Non è passato inosservato sul piazzale del Santuario delle Grazie, ancora invaso dai colori delle opere degli oltre 150 Madonnari realizzate nella notte fra il 14 e il 15 agosto, il cartello che un Maestro del gessetto di Firenze, Claudio Sgobino, ha sistemato sull’asfalto a fianco della propria creazione, dove in sostanza attacca le politiche migratorie del ministro dell’Interno Matteo Salvini e di riflesso anche la Lega e chi le approva. Un’iniziativa che ha suscitato non poche polemiche. Il suo lavoro raffigura una Madonna con in braccio un bambino di colore verde con le antenne sopra la testa. «Pittura dedicata a quanti hanno problemi a riconoscere a tutti gli abitanti del pianeta Terra gli stessi diritti umani, quando dovremmo prepararci ad estenderli anche agli extraterrestri».
Commento che proseguiva su un secondo cartello: «Roma ladrona, la Lega pure». Tra chi non ha nascosto la propria irritazione per quella che ha definito «la solita furbata non richiesta della sinistra radical chic e del pensiero unico», c’è il segretario provinciale della Lega, Antonio Carra.
«Non entro nel merito dell’opera del signor Sgobino – precisa Carra – ma nel fatto che abbia voluto farci sapere il suo pensiero politico con un cartello di pessimo gusto, che francamente poteva risparmiarsi». Carra, pur non volendo alimentare ulteriori polemiche («meglio non dare troppo risalto alle provocazioni a scapito dei capolavori ammirati da migliaia di persone», ndr), si rivolge ai responsabili della kermesse: «Tanta è la stima e fiducia che ripongo nell’organizzazione di questa meravigliosa Fiera e nell’amministrazione di Curtatone, che sono certo prenderanno le distanze da un’iniziativa discutibile». Alcuni madonnari, pur senza entrare in contrasto col collega, si sono limitati ad affermare che «la politica, indistintamente dai pensieri racchiusi in ognuno, in un contesto del genere dovrebbe essere accantonata per lasciare spazio all’arte delle opere». Tesi, evidentemente, non condivisa dall’artista fiorentino, che ha colto l’occasione per dare addosso al Viminale e accodarsi alla sequela di lezioncine pro migranti dell’intellighenzia rossa. A pensarci bene, dopo attori hollywoodiani mancava solo l’intervento del maestro madonnaro».

Matteo Vincenzi