Liberazione: ricordo del sindaco anche per i giovani che combatterono dalla parte sbagliata

CANNETO – La celebrazione dell’80° anniversario della Liberazione ha preso il via dal cimitero con la posa di fiori sui monumenti ai Caduti e in onore ai giovani partigiani cannetesi Mario Corradini e Felice Montanari e al Martire di Belfiore don Enrico Tazzoli. «Durante gli anni bui della guerra – ha detto il sindaco Nicolò Ficicchia – il nostro paese ha pagato un prezzo altissimo: circa settanta vite spezzate, tra civili e militari. Settanta nomi che non sono solo iscritti sulla pietra del monumento ai Caduti, ma che vivono nella nostra memoria collettiva. Sono volti, storie, famiglie. Sono il nostro passato, ma anche la nostra eredità. Tra quei nomi spiccano due figure che voglio ricordare: il partigiano Felice Montanari e il soldato Mario Corradini. In questa giornata della memoria e della gratitudine – ha continuato Ficicchia -, voglio però rivolgere un pensiero anche a quei giovani che combatterono dalla parte sbagliata, spinti dal senso del dovere, dall’amore per la patria, o – troppo spesso – da un inganno. Il regime fascista li aveva cresciuti nella propaganda, nella retorica del sacrificio e della guerra. Molti non ebbero strumenti per scegliere, altri non ebbero tempo. Anche loro furono vittime, in molti casi, di un potere che manipolava le coscienze e usava l’onore come arma. A loro va il nostro rispetto umano, nella consapevolezza storica che onorare la verità significa anche riconoscere le zone grigie della nostra storia. Oggi, il loro ricordo non deve essere confinato alla celebrazione. Deve essere una lezione. Un insegnamento per noi, e per le generazioni che vengono. Perché la libertà non è mai definitiva. Non è mai scontata. È fragile. E, come tutte le cose fragili, ha bisogno di cura, responsabilità, attenzione quotidiana».