HINTERLAND – Motorcity: è salito a quasi 2 milioni di euro, secondo le stime del Comune di Trevenzuolo, il debito di imposte non pagate da Autodromo del Veneto, la società che avrebbe dovuto realizzare la pista nelle campagne veronesi a ridosso con il Mantovano (a tre chilometri in linea d’aria da Castelbelforte e a 5 da Roverbella), su una superficie di 4 milioni di metri quadri. Trattasi dei conteggi relativi ad Imu e Tasi, rispettivamente per 1 milione 780mila euro e 128mila euro. Quest’ultima è la tariffa sui servizi “indivisibili” che comprende, fra le varie cose, la gestione del verde, della pubblica illuminazione e delle strade. Per tale ragione anche l’amministrazione di Trevenzuolo, così come fatto in precedenza da quella di Vigasio (la quale ha dichiarato di vantare crediti per 1 milione e 800mila euro, ndr), intende incaricare un professionista allo scopo di costituirsi nel procedimento fallimentare in corso per diventare uno dei creditori privilegiati. Della storia ce ne eravamo occupati già qualche settimana fa, all’indomani dell’apertura del concordato fallimentare (avviata lo scorso anno davanti al Tribunale di Reggio Emilia a seguito della procedura di liquidazione del 2018), che di fatto aveva archiviato definitivamente il progetto di cui si parlava da vent’anni, lasciando però una coda di contenziosi dovuti ad imposte municipali non versate o, comunque, pagate solo in parte. La prima società finalizzata alla costruzione del mega progetto che prevedeva anche un’area commerciale (quasi 6 volte più ampia della Città della Moda di Bagnolo ndr), un parco divertimenti, due hotel e spezi scientifici ed espositivi, scuole di alta specializzazione e un museo dedicato al mondo dei motori risale al 2001. Una Srl, poi trasformata in Spa, che nella sua ultima configurazione risultava partecipata per l’85%, e per un valore di oltre 2 milioni e 300mila euro, da Motorcity holding srl. Società, quest’ultima, che per il 66,66% è a sua volta in mano a Coopsette, cooperativa edile di Reggio, un tempo colosso del settore, ma oggi anch’esso in liquidazione.
Matteo Vincenzi