Padre Dall’Oglio vivo? Speranza da fonti curde

Il missionario rapito in Siria nel 2013

SYR, Syrien , Nebek , Wuestenkloster Deir Mar Musa el-Habashi aus dem 6.Jahrhundert , Der italienische Jesuit Padre Paolo Doll Oglio restaurierte das Kloster und praktiziert interreligioesen Dialog mit der arabischen Welt und dem Islam , hier: Auch moslemische Besucher interessieren sich fuer das alte Kloster und die Kirche | Syria , monastery in the desert Deir Mar Musa el-Habashi from the 6th century , | [(c) Hartmut Schwarzbach/argus, Veroeffentlichung nur gegen Honorar und Urhebervermerk, Belegexemplar, Sternstr.67, 20357 Hamburg, Germany, Tel.040-433707, e-mail:argus@argus-foto.de, www.hartmut-schwarzbach.de , Bank:SEB,BLZ20010111, Kto.1285865200]

PEGOGNAGA Si apre un ulteriore spiraglio di speranza per padre Paolo Dall’Oglio, il missionario di origini pegognaghesi scomparso nel luglio 2013 in Siria e risultato rapito dai terroristi dell’Isis? In questi casi la cautela è più che obbligata ma secondo l’agenzia vaticana Fides, che riprende la notizia rilanciata da un quotidiano libanese vicino a Hezbollah, il missionario sarebbe ancora vivo e nelle mani dei terroristi che sono asserragliati in questi giorni a Baghuz, ultima zona del territorio siriano da loro controllata. Il quotidiano libanese, citando fonti curde, afferma che il missionario sarebbe in mano dei terroristi assieme ad altri civili tra cui il giornalista inglese  John Catlie e un’infermiera neozelandese e, stando a quanto affermato dall’agenzia Fides, la fonte sarebbe più attendibile di quelle emerse nelle passate settimane in quanto si baserebbe sulla testimonianza di prigionieri curdi che sono riusciti a sfuggire ai terroristi dello Stato Islamico. Non solo: secondo quanto riportato dallo stesso quotidiano sarebbero in corso delle trattative tra i terroristi dell’Isis e le truppe curdo-arabe delle Syrian Democratic Forces che stanno cingendo d’assedio Baghuz; trattative che prevedrebbero il rilascio di una serie di ostaggi tra cui padre Dall’Oglio in cambio di un lasciapassare per alcuni leader jihadisti.
Timidissime indicazioni dunque, ma sembra abbastanza attendibili per accendere una fiammella di speranza per il missionario, in Medio Oriente da 35 anni e di cui non si sa più nulla da quasi sei: speranze che si erano spente di fronte al fatto che, dopo la scomparsa, padre Dall’Oglio sembrava inghiottito dal nulla. Nessuna indicazione che fosse in vita, nessuna rivendicazione del suo rapimento e nessuna richiesta di riscatto. Un buco nero di quasi sei anni dal quale ora il nome del missionario è riemerso prepotentemente: verifiche sono in corso, rese non facili dal fatto che a Baghuz, ultima sacca di resistenza dell’Isis al confine tra Siria e Iraq, sono ancora in corso feroci combattimenti.