MANTOVA Nella sua Mantova Diego Marani prova a ricominciare. Dopo i mesi del lockdown passati a Roma nella caserma delle Fiamme Gialle, senza potersi muovere, dal 1º giugno il velocista virgiliano è tornato nella sua città e venerdì finalmente anche alle agognate competizioni. Ha corso i 150 metri al “Test Match” organizzato nel centro sportivo XXV Aprile a Milano, per la prima kermesse post Covid in terra lombarda. Tesserato per la Riccardi Milano, si è piazzato settimo con il tempo di 16.11. «Non sapevo cosa aspettarmi come prima gara – spiega Marani – Mi alleno da solo e cercavo un riscontro contro qualcun altro. A Milano c’erano anche i velocisti della nazionale. Mi manca la forza, ma nella parte lanciata vado abbastanza bene. Ho potuto capire su cosa lavorare nei prossimi due mesi per arrivare pronto agli Assoluti di agosto». Questo l’obiettivo di Diego in un 2020 davvero complicato, a causa dell’emergenza Coronavirus, con manifestazioni annullate o rinviate e vari protocolli e regole da seguire. «Sì, perché non ci sono altre gare. Questa stagione ormai è andata, la do per persa. Posso fare solo degli esperimenti in vista della prossima». Marani, 30 anni compiuti ad aprile, può ancora dire la sua sui 200, di cui è stato re ai Tricolori per due anni di fila nel 2013 e 2014, il suo periodo d’oro, quando nel 2012 e 2014 ha conquistato anche due finali europee. L’appuntamento con gli Italiani Assoluti è dal 28 al 30 agosto (per le gare in pista fino agli 800 metri, concorsi e prove multiple). I protocolli sono in continuo divenire, tanto che dal 4 luglio finalmente si tornerà alle competizioni senza le corsie alternate. «Ritorno in gara a metà luglio – prosegue – Intanto mi alleno qui al campo». Diego, infatti, dopo una breve parentesi a Torino, è tornato a vivere a Mantova, dove lavora, e ha la possibilità di prepararsi al Campo Scuola. Ma, come per gli altri atleti, non è facile. «Ci sono tante ristrettezze. Bisogna prenotarsi una settimana prima, ci sono delle fasce orarie e nell’impianto non si può stare in più di 15 persone, con solo un’ora e mezza per allenarsi. Durante il lockdown sono stato fermo due settimane, poi per tenermi in forma in stanza alzavo casse d’acqua. Quando è stato possibile sono andato a fare qualche corsa. Per fortuna stavo a Roma, nella caserma delle Fiamme Gialle, e quando a Ostia hanno riaperto la pista prima di tutti, ho potuto fare qualcosa. Da fine gennaio al 1º giugno non mi hanno fatto uscire. Ora sono qui da inizio mese e mi alleno in città. Per il tecnico, vediamo. Questo è un anno di transizione. Devo vedere come riesco a conciliare lavoro e sport, in vista della prossima stagione, perché allenarsi tanto per fare non mi interessa. Sono stato felice venerdì di essere rientrato nel mondo dell’atletica dopo tanto tempo fermo a casa». Per Diego la sensazione più bella.