MILANO Nel grande stallo a causa dell’emergenza Coronavirus, anche il Comitato Regionale della Lombardia, l’organo che si occupa del calcio dilettantistico di casa nostra, attende le disposizioni del Governo.
Se non ci saranno impedimenti, si potrebbe ritornare in campo (a porte chiuse) già nel weekend del 7-8 marzo, fatta salva la “zona rossa”, ovvero i dieci comuni della provincia di Lodi dai quali è partito il primo focolaio importante del virus. «Abbiamo predisposto una riunione con quelle società – ha affermato il presidente del Crl Giuseppe Baretti – perchè la loro situazione presenta appunto delle criticità molto consistenti. Ma ci sono anche problematiche di altro tipo nelle zone confinanti: alcune società cremonesi, per dire, hanno parte della rosa che proviene dalla “zona rossa”, pur essendo loro situate nella “zona gialla”. Dunque occorrerà trovare una soluzione praticabile anche per loro. Riguardo al resto, attendiamo le disposizioni governative e della Regione Lombardia».
L’auspicio di molti sarebbe di ripartire appunto nel weekend prossimo venturo, Baretti ovviamente non si sbilancia, dato che pure i dilettanti dovranno seguire le disposizioni degli amministratori pubblici di vari livelli. E ad oggi c’è un grosso punto interrogativo, inutile negarlo. Provare a prevedere cosa accadrà è un esercizio abbastanza rischioso.
«Ulteriori sospensioni non sono da escludere, visto che le scuole saranno chiuse un’altra settimana e la situazione è in continua evoluzione – prosegue il numero uno del Crl -. E’ un segnale in senso contrario, ma noi, ovviamente, siamo pronti a qualsiasi scenario. Qualora si ripartisse subito, la situazione sarebbe gestibile piuttosto facilmente, con recuperi programmati il sabato di Pasqua (ovvero l’11 aprile) più un turno infrasettimanale, compatibilmente con la presenza o meno negli impianti di illuminazione per giocare in notturna, anche se in alcuni casi potremmo venire in contro ad esigenze di società e giocatori, che sono ovviamente in grandissima parte lavoratori, programmando, a richiesta, alcune gare alle 18. Diversa la situazione dell’Eccellenza, che ha un turno già previsto per l’11 aprile (avrebbe dovuto giocarsi il 26, ma è stato anticipato già negli scorsi mesi) e dunque una finestra in meno per possibili recuperi».
Da Roma potrebbe venire concessa una settimana ulteriore alla categoria regina dei dilettanti regionali, a quanto trapela, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi. Le squadre d’Eccellenza, infatti, devono disputare i play off interregionali per giocarsi gli ultimi posti per la D. E il fatto che la Lombardia abbia dovuto sospendere l’attività per due settimane, non facilita le cose, dato che in altre regioni, dove la situazione è al momento più tranquilla, ovvero al centrosud, l’attività si è regolarmente svolta.
«Il nostro impegno è quello di garantire – e lo sottolineo – garantire la regolarità dei campionati di nostra competenza. Sicuramente, il calendario per le prossime giornate resterà invariato, dunque non ci saranno slittamenti. Bensì, la settima e l’ottava, per restare a ciò che è stato rinviato con certezza, verranno recuperate in seguito per ragioni di concomitanze, ovviamente». Vedremo, dunque, se per ordine di Regione o Governo, ci sarà un ulteriore stop che rinverà la nona di ritorno.
«E’ chiaro che le partite saranno disputate a porte chiuse, almeno in questa prima fase, nelle ultime ore alcuni comuni stanno aprendo con cautela all’uso di impianti e spogliatoi – spiega Baretti -. Sono costantemente in contatto con diversi amministratori e dirigenti e la volontà è quella di una graduale ripresa, tuttavia non mancano situazioni paradossali, dovute a scontri di competenze che dovranno essere appianati e risolti nelle prossime giornate».
E, aggiungiamo noi, alcune indicazioni non aiutano. La riapertura degli spogliatoi, per esempio, è una delle ragioni di discussione maggiore, dato che le interpretazioni variano da comune a comune. Non tutti i sindaci sono propensi a prendersi la responsabilità di riaprire totalmente. Non è da escludere neppure che la ripartenza delle gare ufficiali sia a macchia di leopardo. Con gare a porte chiuse regolarmente disputate, laddove i sindaci hanno riaperto gli impianti. Mentre sarebbero a rischio di ulteriore rinvio negli altri casi.
Luca Giacomelli