CASALROMANO Futuro in bilico a Casalromano, dove si dimette il presidente Claudio Leoni, da oltre 30 anni alla guida della società. Leoni, in aperta polemica con l’Amministrazione Comunale, annuncia le proprie dimissioni: questione principale quella delle infrastrutture, che da tempo secondo la società avrebbero bisogno di adeguate migliorie. Ma gli appelli – dice Leoni – non hanno trovato risposta dal Comune. Le dimissioni mettono in dubbio il domani della società. Già questa sera ci sarà un vertice. «Fare calcio a Casalromano è sempre stato difficile: oggi è impossibile – scrive Leoni in una missiva -. Le strutture non sono più in grado di garantire le minime condizioni di sicurezza sanitaria; non permettono la convivialità degli atleti, né tanto meno dei relativi addetti. Segnalo la mancanza assoluta di strutture che possano offrire adeguata ospitalità agli esterni, con le tribune rigorosamente scoperte: un impianto di cui vergognarsi».
«E questo – prosegue Leoni – nonostante l’appassionato lavoro svolto da pochi volontari, che cercano di tirare a lustro una catapecchia, dove in passato hanno realizzato a loro spese, la recinzione e le baracche destinate a magazzino. Qualsiasi struttura necessita di periodiche manutenzioni e ristrutturazioni. Tanto più, se la struttura è pubblica e si deve costantemente conformare a norme di sicurezza. Inoltre le strutture sono un biglietto da visita per un Comune. Gli spogliatoi, unica struttura edilizia coperta dell’impianto sportivo, sono ancora come l’allora sindaco Magri, li fece ben 38 anni fa».
«Inutile che dire quanto sono cambiate le esigenze di chi entra in un impianto sportivo, a cominciare dai ragazzi più giovani. In questi anni – attacca Leoni – si sono susseguite diverse amministrazioni e diversi sindaci, ai quali periodicamente venivano fatte richieste di intervento; tutti hanno sempre e solo detto che le risorse economiche disponibili potevano sostenere i soli costi di luce e gas dell’impianto. Tanto più che con l’ultima variante al Prg, l’area del campo di calcio è stata destinata ed edilizia abitativa, quindi dobbiamo ringraziare la crisi dell’edilizia se a Casalromano c’è ancora il calcio».
«La pandemia ha acuito le carenze impiantistiche, prima fra tutte l’impossibilità di garantire il distanziamento, oltre al contingentamento del pubblico e all’impossibilità di avere una donna nella terna arbitrale. Queste condizioni le abbiamo sempre accettate, perché siamo consapevoli che Casalromano sia un piccolo paese di 1.500 abitanti, che deve garantire servizi a tutti i cittadini con risorse limitate. Ma ora il gap strutturale non è più colmabile con la buona volontà del GSD Casalromano, impensabile affrontare il campionato in queste condizioni. In questi anni ci sono state molte occasioni per chiedere finanziamenti pubblici, come molte realtà a noi vicine hanno fatto, per ristrutturare gli impianti sportivi, tuttora la possibilità di accedere al bonus 110% sarebbe un’occasione da non perdere; ma le amministrazioni locali hanno girato le spalle a tutto questo. Forse l’ostacolo a queste palesi attenzioni da parte delle Amministrazioni, nonostante gli evidenti successi sportivi che ci portano a competere con realtà molto più grandi noi, sono le persone che fanno parte del GSD Casalromano? Dunque per il bene dello sport e del calcio locale mi faccio da parte affinchè da spettatore possa vedere a Casalromano un impianto sportivo degno di questo nome».