Calcio Serie C – Matteo Gerbaudo alza l’asticella: “Sogno un Mantova d’alta classifica”

Matteo Gerbaudo
Matteo Gerbaudo

MANTOVA È uno dei giocatori più amati dai tifosi del Mantova, tanto che alcuni spingono per affidargli la fascia di capitano (attualmente è il vice). Lui è Matteo Gerbaudo, 27 anni martedì prossimo, che alla seconda stagione biancorossa si è superato: al carisma e alla generosità messa in campo ogni domenica ha aggiunto due gol (con Pro Sesto e Pro Vercelli), entrambi al Martelli ed entrambi fondamentali.
Matteo, che stagione è stata?
«Particolare e travagliata, come testimoniano i due esoneri. Siamo stati bravi a non perdere la calma e a mantenere l’equilibrio».
La salvezza vi ha appagato?
«Diciamo che è stato un traguardo meritato e coerente con quello che è stato il nostro campionato. Non avremmo invece meritato i play off».
Mai avuto paura di finire ai play out?
«Personalmente no. Però c’è stato un momento, dopo il pareggio con la Virtus Verona, in cui abbiamo realizzato che dovevamo cambiare marcia. Purtroppo ci siamo riusciti solo all’ultima partita, ma va bene così».
A livello personale sei soddisfatto?
«Sì, sono contento. Ho sofferto qualche acciacco, ho giocato con due ernie e due protrusioni. Però sono stato impiegato con continuità ed ho avvertito la fiducia di entrambi gli allenatori, dei compagni e della società. Ringrazio tutti».
Il tuo momento più alto?
«A febbraio penso di aver disputato delle buone partite. E poi, se parliamo di momenti alti, non posso non citare i due gol: rappresentano un “di più” rispetto allo scorso anno».
E il momento più difficile?
«Quelli a ridosso degli esoneri. Pur mettendocela tutta, non riuscivamo a reagire».
Ci dici un merito di Lauro e uno di Galderisi?
«Lauro ci ha dato serenità e compattezza. Galderisi ci ha fatto credere in qualcosa di più grande, a livello di obiettivo».
I tifosi ti ammirano molto…
«Sono molto grato e felice per questo. Cerco sempre di dare il massimo per la maglia, ed è forse questo che apprezzano».
La prossima sarà la tua terza stagione nel Mantova: come te la immagini e cosa vorresti ottenere?
«Vorrei alzare l’asticella, sia a livello personale che di gruppo. Mi piacerebbe competere per l’alta classifica… non dico vincere, ma almeno lottare per i play off come l’anno scorso».
Quanto sei cresciuto in questi due anni?
«Tanto, sia dentro che fuori dal campo. Ho più esperienza e mi sento un giocatore più duttile, grazie soprattutto a mister Troise che lo scorso anno mi ha impiegato in vari ruoli».
Ci dici tre cose belle di Mantova?
«Il ponte di San Giorgio: l’ho percorso la sera in cui ho firmato il contratto ed è stato amore a prima vista. Poi la mia casa che, dopo la chiusura forzata del periodo lockdown, ora riesco a godermi di più. Infine i ristoranti, le osterie: sono una buona forchetta e amo la vostra cucina».
Hai imparato una frase in dialetto mantovano?
«Sì, più di una. Ma dovrei chiedere l’aiuto di Davide Bianchi. È lui che me le ha insegnate».
Come state vivendo questi ultimi giorni di allenamenti?
«Con allegria e senza assilli. Dopo tanta sofferenza ci voleva. La scorsa settimana ci siamo inventati un torneo a tre squadre con me, Guccione e De Cenco portieri. Il portiere credo sia l’unico ruolo che non ho ancora ricoperto nella mia carriera (ride, ndr). Ah, comunque ho vinto io!».
Chi vince i play off?
«Dico Catanzaro o Reggiana».
Intanto stasera c’è Avellino-Foggia…
«Il mio derby (Gerbaudo ha giocato in entrambe le squadre, ndr). Sono due piazze meravigliose. Secondo me finisce 1-1 e passa l’Avellino».
Progetti per il futuro?
«Beh, intanto tra due mesi si riparte! E poi mi aspetta un bel 2023: mi sposo con Martina, alla presenza di nostra figlia Vittoria».
Come dire: i fiori d’arancio sono già sul tavolo. Sbocceranno anche quelli biancorossi? “Gerba” ci conta.