MANTOVA «Una settimana da leoni». Così Gianluca Pecchini, direttore generale del Mantova, definisce il trittico di partite che attende i biancorossi, concentrato appunto in una settimana. Piacenza, Trento e Juventus U23: un filotto impegnativo, che in viale Te attendono con trepidazione. Nella speranza di imprimere finalmente una svolta alla stagione.
Direttore, come giudica il cammino del Mantova fin qui?
«La classifica non ci rende giustizia. A Legnago dovevamo vincere, alla Feralpi abbiamo tenuto testa, con l’Albinoleffe siamo stati superiori… Insomma, siamo in credito di punti».
Solo sfortuna o c’è dell’altro?
«Stiamo pagando il nostro Dna giovane. Ci manca un pizzico di esperienza, ma l’avevamo messo in conto e non siamo preoccupati. Le prestazioni ci confortano: il rodaggio sta terminando, è il momento di conquistare la prima vittoria».
Come vede la partita di domenica al Martelli contro il Piacenza?
«Allargo gli orizzonti e dico che ci aspetta una “settimana da leoni”, per parafrasare il noto film. Tre partite in successione, di cui due in casa, con avversari blasonati. Ci sarà anche la televisione (Sky per Mantova-Piacenza, la Rai per Trento-Mantova, ndr). Tutto questo ci deve ulteriormente motivare».
I tifosi non sembrano attirati da questo Mantova, almeno a giudicare dalle presenze allo stadio…
«Non faccio appelli. Mi limito a sperare che i nostri supporter tornino a frequentare assiduamente lo stadio come un tempo. Seguire una partita dal vivo ha un sapore diverso che farlo davanti a uno schermo».
Secondo lei, perchè la gente si è disaffezionata?
«Un anno e mezzo di stadi chiusi ha spezzato abitudini e creato timori difficili da superare. Ora però stiamo tornando alla normalità. Le condizioni sanitarie ci permettono di ragionare su un allargamento della capienza degli stadi in tempi brevi. Altrove la gente è già tornata in gran numero a frequentare gli impianti. Mi auguro che succeda anche a Mantova».
Vi aspettavate numeri più alti dalla campagna abbonamenti?
«In effetti, i dati brillanti del primo giorno ci avevano fatto sperare di raggiungere quota 1.000. Non è andata così, ma contiamo comunque di chiudere a 500. C’è tempo fino a domenica: alle 14 al Mantova Point e alle 16.30 on-line».
Che cosa può aver frenato i tifosi?
«Oltre alle ragioni che elencavo prima, non si può negare che qualche vittoria ci avrebbe aiutato. Ma la società è comunque soddisfatta: al tifoso abbiamo fornito un servizio in più. Non scordiamoci che l’abbonamento rimane lo strumento più economico e vantaggioso per seguire la propria squadra».
Nel frattempo ci stiamo avvicinando all’inaugurazione di Mantovanello…
«Sì. Il 4 ottobre sarà una data simbolo nella storia del Mantova. Avremo modo di celebrarla a dovere. A proposito di Mantovanello, che sarà soprattutto la casa delle nostre giovanili, fatemi mandare un “in bocca al lupo” alla Primavera e a tutte le squadre del nostro vivaio che stanno per cominciare i loro campionati».
Chiudiamo con la questione multiproprietà. Gravina insiste: vanno abolite…
«Nulla di nuovo sotto il sole. Per quanto riguarda quelle già in essere, come il Mantova, Gravina ha parlato di due anni per regolamentarci. Quindi non mi sembra un’urgenza. Detto ciò, ribadisco il mio pensiero: la multiproprietà non è una pandemia. Io la vedo come una risorsa. E chi investe nel calcio andrebbe incoraggiato, non penalizzato».