Calcio Serie C – Possanzini: “Mantova, è il momento di spingere”

Davide Possanzini
Davide Possanzini

MANTOVA «È difficile come prima, nè più nè meno. Per questo non c’è altra soluzione che spingere». È lapidario Davide Possanzini a proposito del vantaggio del Mantova sul Padova, salito a 9 punti. Nessuna ipoteca: la Serie B si sarà pure avvicinata, ma è ancora da conquistare. E ci sono 7 partite a disposizione per farlo. Stasera gioca il Padova. Domani toccherà al Mantova contro il Fiorenzuola, in un Martelli gremito.
Per Possanzini sarà la terza e ultima partita in tribuna, causa squalifica: «Meno male – sospira – . Perchè in tribuna faccio veramente fatica a contenermi. E poi la vivo male e questo mi disturba. In ogni caso, sto pagando le mie colpe e quindi è giusto così. Spero di aver imparato la lezione». Il Fiorenzuola incombe, in un clima a dir poco festaiolo: «Stiamo facendo di tutto per isolarci – ammette Possanzini – , e devo dire che i ragazzi anche questa settimana hanno dato il massimo in allenamento. Il Fiorenzuola è migliorato con Tabbiani: è una squadra propensa a giocare a calcio. Ci stiamo preparando bene, ma dobbiamo essere consapevoli che non è una partita già vinta. Servirà maggior convinzione rispetto a Crema, dove paradossalmente siamo stati meno pericolosi rispetto a Vercelli. Con la Pergolettese abbiamo vinto 4-0, ma con la Pro avevamo creato molto di più. La differenza è che i pali colpiti a Crema si sono tramutati in gol, mentre quelli di Vercelli no. In ogni caso, dobbiamo crescere a livello mentale. L’attesa può logorarti e tu devi esser bravo ad estraniarti».
Possanzini rivela di non aver cambiato il modo di rapportarsi alla squadra: «Sono sempre me stesso, ovviamente a volte più tranquillo e a volte meno. E così chiedo ai ragazzi: di rimanere se stessi». La temperatura si alza, anche a livello climatico. «È una variabile in più – osserva il tecnico biancorosso – . Un po’ di stanchezza la si avverte, bisogna imparare a gestire le forze».
Come dicevamo, i biglietti di curva e tribuna sono andati esauriti in due giorni. «Mi fa piacere – ribadisce Possanzini – . Quello di riportare la gente allo stadio è uno degli obiettivi che ci eravamo posti la scorsa estate e che abbiamo centrato. Ci siamo trovati a lottare per qualcosa di più grande di quel che credevamo. Ora che siamo lì dobbiamo spingere di più. Guai a pensare che siamo arrivati. In pochi giorni ci siamo ritrovati da +4 a +9, e questo è il segno che le cose possono cambiare in fretta, nel bene e nel male». La conclusione è inevitabile: «Adesso dipende veramente da noi. Dobbiamo continuare a fare quel che sappiamo». Come prima, più di prima.