Con la crisi di governo i cantieri comunali rischiano lo stop

MANTOVA  C’è poco da sorridere. Mentre in commissione bilancio il vicesindaco Giovanni Buvoli destina i soldi dell’avanzo d’amministrazione sui vari progetti, in gran parte legati alle opere pubbliche e al welfare, il collega dei lavori pubblici Nicola Martinelli lancia il grido d’allarme: tutti i cantieri aperti con i finanziamenti del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza costruito sui fondi Ue del recovery plan, adesso sono a serio rischio.
I finanziamenti già acquisiti, o fisicamente o solo sulla carta, certamente arriveranno o sono già addirittura nelle casse di via Roma. Ma non basta. Tutti o quasi questi piani elaborati dal Comune per attingere alle risorse europee rimontano a un anno o due fa, a bandi cioè fermi nei costi alle cifre non più attuali di mesi e mesi fa. Ogni cantiere derivato dai finanziamenti Pnrr, ha precisato Martinelli, oggi è a rischio. Il problema non è solo del capoluogo, ma sarà esteso a tutti i comuni beneficiari dei primi bandi legati a quel piano nazionale di ripresa.
Negli ultimi mesi, ha rilevato ancora l’assessore, con l’inflazione galoppante, c’è stato un rincaro che tocca o supera il 20% delle materie prime. Non parliamo dell’energia e dei trasporti. Tutti fattori imprevisti durante i bandi di gara già emessi e assegnati. Questo fattore mette pertanto in forte crisi le imprese edili o stradali e la tenuta finanziaria dei progetti, quasi tutti dell’anno scorso e cristallizzati in prezziari non aggiornati.
Rischiamo addirittura, ha ulteriormente sottolineato l’assessore, di bandire gare con ribassi d’asta il cui rischio concreto è che non si presenti nemmeno alcuna impresa per concorrere.
Il decreto Aiuti, ha evidenziato la commissione, allo stato dell’arte parrebbe insufficiente per coprire le risorse necessarie alle opere pubbliche. E qui il governo, e solo il governo potrebbe metterci mano. Ma il governo non c’è più. Né c’è autorità di riferimento per adeguare le opere ai nuovi costi secondo i tempi stessi contemplati (e vincolanti) dal Pnrr, il quale impone che le opere dovrebbero essere realizzate entro il 2026. È possibile ottemperare a quei vincoli? «È una corsa a ostacoli, una lotta contro il tempo», conclude Martinelli.
Non sono mancate le obiezioni da parte dei consiglieri, soprattutto d’opposizione. In particolare il rilievo più ricorrente verte sul fatto che l’amministrazione di Mattia Palazzi sbaglia sempre i conti per difetto quando stima la portata finanziaria delle opere che va a produrre. Alla voce “imprevisti” mancano regolarmente i possibili rincari dei materiali o dei trasporti, e non per poco – come nel caso di Mantova Hub – un progetto partito con una stima di 18 milioni oggi supera i 30.