Covid, in ginocchio anche le finanze delle case di riposo

MANTOVA Mantova Non solo da un punto di vista sanitario: le case di riposo stanno subendo danni economici preoccupanti a causa delle misure imposte per fronteggiare la pandemia, e i conti parlano chiaro. Tanto chiaro che, quando mancano i soldi in cassa, si cerca di farli entrare in altro modo. Magari aumentando le rette?
Proprio questa è l’opzione che è stata scartata dalla giunta comunale, che dopo un primo maxi-stanziamento di 500mila euro il mese scorso, ha pensato adesso di soccorrere le finanze deficitarie di 750mila euro dell’Aspef con una nuova iniezione di denaro: questa sera nell’aula consiliare di via Roma, fra le altre voci della manovra di variazione al bilancio previsionale 2020, verranno infatti erogati all’azienda speciale altri 250mila euro. Ma l’imperativo dettato dalla giunta è che le rette degli ospiti non si devono ritoccare al rialzo. I 180 posti messi a disposizione dalle due Rsa “Luigi Bianchi” e “Isabella d’Este” devono rimanere nell’ordine dei 52 euro giornalieri. Stessi servizi insomma a parità di costo per l’utenza.
Il problema maggiore invero si pone per la terza struttura cittadina, quella gestita dalla fondazione “Monsignor Mazzali”. In questo caso il “buco” di bilancio per maggiori spese e minori entrate si aggira analogamente alle Rsa comunali attorno agli 800mila euro. L’utilizzo degli utili accantonati negli anni scorsi parrebbe comunque rendere difficile il mantenimento delle rette al grado pre-covid, e l’ipotesi di ritoccare di qualche euro i costi per i 204 posti oggi occupati non sembra del tutto campata in aria.
In questo caso tuttavia l’intervento dell’ente comunale sembrerebbe impossibile, dal momento che, diversamente dall’Aspef, il Comune non è titolare del “Mazzali”, pur avendone rappresentanza in seno al Cda. Via Roma sta studiando il modo di veicolarvi 180mila euro, quale contributo, ma il rimanente per arrivare a 800mila si spera che possa arrivare da Milano.