MANTOVA L’interruzione brusca del governo gialloverde ha messo fine al dialogo intrapreso dal comune con l’ex ministro ai beni culturali Alberto Bonisoli in merito al proposito di riqualificare complessivamente piazza Sordello, togliendo così di mezzo la contestata copertura ai resti della domus romana del 1° secolo. Ma non tutto è perduto. E anzi, la lunga amicizia che lega il sindaco Mattia Palazzi con il subentrato ministro Dario Franceschini potrebbe rendersi utile in tal senso.
Segnali volti in questa direzione lo stesso primo cittadino non li ha nascosti in alcuni interventi pubblici sui social network, così come pure è manifesta da sempre la sua avversione per il manufatto realizzato dal Politecnico sotto diretta indicazione della Soprintendenza. Per Palazzi si tratta oltretutto di una battaglia politica verso una testimonianza sgradita dell’amministrazione di centrodestra, nell’ambityo del cui mandato aveva trovato forma questa copertura che a lui sarebbe toccato solo di inaugurare. Cosa peraltro non fatta fisicamente, essendosi Palazzi rifiutato persino di tagliare il nastro a lavoro ultimato, che durante la cerimonia cedette l’onere (non certo l’onore) delle forbici al suo assessore Nicola Martinelli.
Il dialogo col ministro mantovano pentastellato Bonisoli non aveva del resto prodotto più che una convergenza di giudizio estetico sul “vespasiano” di piazza Sordello stroncato quasi all’unanimità e molto trasversalmente da grandi personalità della cultura (fra gli altri, Vittorio Sgarbi e Salvatore Settis).
Con Franceschini, il mentore di “Mantova capitale della cultura 2016”, le cose potrebbero cambiare. Tantopiù che proprio a Fransceschini si deve la riforma delle Soprintendenze, ritenute responsabili della discutibile imposizione al Comune di coprire i mosaici con un manufatto, anziché provvedere alla loro asportazione.
Tutto qui? No. Una seconda questione sta scottando nelle mani del sindaco: quella del cimitero ebraico di Mantova Hub, dove la parola di un ministro potrebbe contare.