Entro Natale piazza Alberti per Palazzi sarà bellissima

PIAZZA ALBERTI

MANTOVA «Sono felicissimo. Entro Natale piazza Alberti sarà bellissima, e finalmente un luogo, non solo uno spazio, restituito ai cittadini. Vi vedo già i bambini che corrono e giocano senza auto in mezzo». Così per il sindaco  Mattia Palazzi si configura il restyling di ciò che per i mantovani purosangue è “piaseta”, da restituirsi oltretutto alla sua funzione mercantile nei giovedì, con i banchetti che verranno ri-centralizzati, togliendoli da via Cavour e piazza Filippini. Il tutto con un costo di 700mila euro.
Il rifacimento è stato affidato ai progettisti  Stefano Gorni Silvestrini e  Diego Cisi dello studio Archiplan, che in sede di studio preliminare ed esecutivo hanno superato anche certe soluzioni che avevano destato perplessità nei cittadini, accendendo dibattiti sui social network. Via le auto, e questo si sapeva, ma via anche la vecchia pavimentazione che verrà uniformata, nelle intenzioni degli architetti, con l’intento di valorizzare anche la visione della facciata incompiuta della basilica albertiana di Sant’Andrea.
Nemmeno la tanto attaccata vasca con la “lama d’acqua” verrà realizzata: un dislivello di svariati centimetri nella pavimentazione, dicono i progettisti, non consente di inserirla senza collidere col sagrato. In compenso verranno ridotti anche i volumi delle sedute marmoree, rispetto ai primi rendering presentati mesi fa, e troveranno una valorizzazione anche certi altri reperti marmorei, lapidi e monumenti sepolcrali, oggi accatastati nel pronao laterale della concattedrale.
Una particolare attenzione, secondo i diktat del sovrintendente  Gabriele Barucca, è stata concessa all’illuminazione, che dovrà darsi non invasiva ma, parole sue, con l’effetto di una notte di plenilunio. Oltre al nuovo impianto di illuminazione, saranno disposti impianti di videosorveglianza, e piccole alberature con panchine nella parte stretta del passaggio che porta a via Mainolda.
Anche i plateatici degli esercizi di ristorazione verranno ricollocati, e disposti parallelamente al fanco della basilica, dove oggi invece li si ritrova disposti nella parte absidale. E al posto della “lama d’acqua”? Lastre incise con immagini e scritte ispirate alle opere di Leon Battista Alberti.
Ultima annotazione, severamente imposta dalla Soprintendenza, e confermata dalla viva voce dell’architetto  Giulia Bressan: in tutta la piazza si dovrà ritrovare la massima agibilità senza barriere architettoniche di sorta, e non dovranno più incontrarsi elementi di disturbo nemmeno a livello di totem o cartelli informativi. Via anche i citybin della raccolta differenziata, che dovranno trovare una collocazione alternativa.
Non si tratta di violare alcuna storicità, mettono le mani avanti gli architetti, dal momento che questa piazza ha una vita abbastanza recente. Essa, come tale, non risulta esistente nelle mappe storiche dal Bertazzolo in poi. Lo spazio si è prodotto a partire dal 1935 con demolizione di alcuni edifici e per cucitura urbanistica di vecchie aree cortive. L’unico e ultimo intervento realizzato su di essa risale al restyling dell’architetto  Nicolini nel 1972, che aveva valorizzato l’area sottostante il chiostro benedettino con una pavimentazione in cotto toscano. Adesso quella pavimentazione verrà tolta e resterà a dominare l’acciottolato puro, venato in planimetria da strisce lapidee bianche.
«Quando si riqualifica, si fa un lavoro di relazione – puntualizza Palazzi, citando Hannah Arendt –. Questo non sia solo un restyling, ma la piazza diventi un luogo di incontro e di uguaglianza in cui si rigenera la vita».