Falsi investimenti per 6 milioni, consulente sotto accusa

tribunale brescia

MANTOVA Stando a quanto contestatole, tra il 2009 e il 2020 avrebbe fornito a 39 clienti rendiconti notevolmente gonfiati, e quindi falsi, sui loro investimenti, facendo figurare attività inesistenti per un totale di oltre sei milioni di euro. Una montagna di denaro su cui si era messa ad indagare la Guardia di Finanza su delega della procura di via Poma. A finire sotto accusa, unitamente al marito, circa le ipotesi di frode informatica, truffa aggravata e autoriciclaggio Monica Laudini, consulente finanziaria di Intesa San Paolo Private Banking. Il tutto era partito da un cliente che il 19 novembre del 2019 si era presentato nella filiale di Intesa San Paolo a Mantova per un’operazione. Nell’occasione aveva ricevuto dal direttore la situazione aggiornata delle proprie attività finanziarie, ammontanti a 239mila euro. Quella stessa giornata il cliente aveva ricontattato la filiale per segnalare le discrepanze tra il prospetto fornito al direttore e quello che la consulente gli aveva consegnato due mesi prima, nel quale apparivano attività finanziarie per 717mila euro. Un documento, come molti altri, risultato poi artefatto, in quanto riportante non solo attività non veritiere ma anche inesistenti. In molti, ma soprattutto gli inquirenti, si erano chiesti dove fossero finiti quei soldi e perché la banca non avesse esercitato un’attività di controllo. Il comportamento della donna era quindi finito pure all’organismo di vigilanza dei consulenti finanziari che le aveva contestato d’aver comunicato informazioni e trasmesso documenti non corrispondenti al vero, di aver effettuato operazioni non adeguate, di aver ricevuto modulistica in bianco e di aver ricevuto i codici di accesso telematici ai rapporti di pertinenza della clientela. Per questa era stata sospesa. Ieri, davanti al gup del tribunale di Brescia, competente circa la fattispecie di frode informatica, si è aperta l’udienza preliminare con la costituzione delle parti civili tra cui la stessa banca e la richiesta di rinvio a giudizio per la consulente e per il marito.