Fondi Covid illegali: indagini sull’asse Reggio Emilia-Mantova

MANTOVA Sei denunce su una quarantina di imprese controllate. Questo il bilancio dell’operazione che ha visto impegnato il Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia circa l’ipotesi di reato di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato e, in un caso, di truffa all’erario. Nello specifico oggetto delle indagini è l’indebita percezione dei fondi covid, erogati in ossequio al così detto “decreto liquidità” del 2020. Il totale delle somme ottenute, senza averne titolo alcuno è risultato di 200mila euro. Ad usufruirne soggetti giuridici – per lo più imprese individuali – prive dei requisiti specifici per ottenere il contributo a fondo perduto. Il reato in questione, come detto, è confacente l’indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Ma in un caso, vi è anche contemplata la fattispecie della truffa, in quanto per poter percepire il “ristoro”, un’azienda, già in stato di dissesto finanziario precedentemente al 2020, ha falsificato il bilancio, facendo figurare, sostanzialmente, lo stato di crisi come diretta conseguenza della pandemia, e non per una gestione non positiva risalente agli anni precedenti. Le ditte per cui è stato aperto un fascicolo in Procura a Reggio (e una anche a Mantova, visto che il conto su cui è stato depositato il “fondo perduto” era nel Mantovano), sono situate a San Martino in Rio, Luzzara, Casina, Scandiano, Castellarano e Reggio. L’imprenditore di Casina, per altro, percettore di una somma di circa 25mila euro, attivo nel campo dell’edilizia, risulta essere coinvolto anche nell’inchiesta “Billions”, senza figurare, tuttavia, tra i soggetti apicali dell’organizzazione dedita alle false fatturazioni. L’attività di indagine, tuttora in corso, ed in attesa di eventuali provvedimenti, si è sviluppata, prendendo in esame una quarantina, appunto, di imprese già “flaggate” all’interno delle banche dati delle Fiamme Gialle reggiane. Quattro delle imprese coinvolte operano nel settore dell’edilizia, una gestisce un mini-market etnico e un’altra svolge attività di agente per macchine agricole. I soggetti, deferiti alle autorità giudiziarie competenti sono stati altresì segnalati all’ente erogatore per la revoca della misura.