Gonzaga digitali, il convegno si apre con l’appello per gli archivi

MANTOVA Una attività basata sulla collaborazione tra enti e sulla ricerca, per valorizzare il patrimonio archivistico, come sottolineato dall’assessora comunale Alessandra Riccadonna, dal direttore di Fondazione palazzo Te Stefano Baia Curioni e da Francesca Ferrari, direttrice della biblioteca Teresiana, dove si tenuto l’evento visibile on line, in apertura dei lavori in merito ai Gonzaga Digitali, sesta edizione dell’iniziativa, dedicata ai “Gonzaga tra Oriente e Occidente”. Proprio dalle risorse e dalle professionalità necessarie per rendere digitali e fruibili i documenti è partito l’istanza comune circa la situazione degli archivi in Italia e a Mantova: le strutture hanno scarsi fondi e insufficiente personale. La sede cittadina ha al momento un organico di 8 dipendenti sui 20 di cui abbisognerebbe. Da qui l’appello della direttrice dell’Archivio di Stato mantovano Luisa Onesta Tamassia a tutti i livelli della politica, affinché si provveda ad un concreto sostegno al mondo culturale, presidio di democrazia. I convegni servono anche a questo.
Ad aprire gli interventi di approfondimento sul tema del viaggio tra Quattro e Seicento è stato Andrea Canova, dell’Università Cattolica, curatore della rassegna con Daniela Sogliani. Canova ha individuato nelle lettere dell’epoca presa in esame il principale veicolo di notizie in merito al fattore studiato. Nelle missive si narra delle meraviglie che provengono dalle Indie, ma pure di creature leggendarie del tempo, che divennero emblemi di dispute religiose, come nel caso del vitello monaco o dell’asino papa. Nomi esplicativi, per semplici animali deformi. Tra le meraviglie richieste dai Gonzaga, da far pervenire dall’America o dall’Africa, il ricercatissimo struzzo, scimmie, giraffe, uccelli esotici dalle bellissime piume, ma pure fiori come la rosa o la giunchiglia, materiali preziosi quali l’ambra e l’avorio, troppo caro perfino per la casa regnante, come chiarito da Daniela Sogliani di Fondazione palazzo Te. E poi l’arrivo della delegazione giapponese in Italia, quattro principi e un drappello di gesuiti, salpati da Nagasaki per l’Europa nel 1582. Guglielmo Gonzaga li accolse in modo sontuoso, cercando di conquistarli con i costumi e la cucina italiana, come posto in evidenza da Alessandro Tripepi, dell’Università degli Studi di Milano. In merito a curiosità geografiche, ha sottolineato David Salomoni dell’Università di Lisbona, queste ebbero gran diffusione durante il Rinascimento e anche da parte dei Gonzaga giunsero richieste di carte geografiche moderne, anche se spesso prive delle ultime scoperte. Tutto questo però dimostra ancora una volta la volontà dei signori della città di essere al passo con i tempi ed evolversi nei propri interessi.
I documenti della corte Gonzaga tra Cinquecento e Seicento sono disponibili nelle banche dati della Fondazione Palazzo Te al link:
http://banchedatigonzaga.centropalazzote.it/portale/. Il progetto di ricerca “I Gonzaga digitali” di Fondazione Palazzo Te è promosso da Comune di Mantova, dal Dipartimento di Scienze storiche e filologiche (Università Cattolica del Sacro Cuore-Sede di Brescia), dalla biblioteca comunale Teresiana, dall’Archivio di Stato di Mantova, dagli Amici dell’Archivio di Stato di Mantova e dagli Amici di Palazzo Te e dei Musei mantovani; con il sostegno di Fondazione Comunità mantovana onlus e di Mantova Village. Ilperf