I passaggi a livello restano infiniti

MANTOVA Ha tentato di metterci mano la politica, ma a quanto pare senza risultati apprezzabili. La cintura ferroviaria che stringe in vita Mantova non dà scampo, e le famigerate sbarre dei passaggi a livello sono destinate a produrre disagi e inquinamento ancora per molto.
Ne ha presa visione il capogruppo dell’opposizione in via Roma,  Pier Luigi Baschieri (Fi) che ha richiesto gli atti relativi al dialogo intercorso fra l’ente e Rfi. La risposta del dirigente  Paolo Perantoni, comandante della Polizia locale, non pare lasciare spazi di speranza: «Con Rfi sono stati effettuati diversi incontri, a seguito dei quali sono stati ridotti i tempi di chiusura dei passaggi a livello. Per quanto di competenza, si fa presente che Rfi, a suo tempo, ha riferito che è stato fatto tutto quanto possibile per la riduzione delle tempistiche, e che, per rispettare gli standard di sicurezza nazionali, non sono possibili ulteriori accorgimenti tecnici utili a ridurre l’attuale tempistica dei passaggi a livello».

Partita persa, si potrebbe dire. Quantomeno per gli automobilisti, che dovranno rimanere in attesa dei passaggi dei treni svariati minuti. Per i residenti qualcosa può fare invece l’applicazione dell’obbligo di spegnimento dei motori delle auto in attesa, così come previsto dal codice. Queste trasgressioni, sanzionabili fino a 640 euro, potrebbero trovare opportuni deterrenti.

Comunque, commenta Baschieri, «il problema maggiore nel contesto dei disagi arrecati dagli attraversamenti stradali dei binari, rimane il passaggio a livello di Cittadella-Gambarara, dove residenti ed attività produttive hanno presentato una condivisibile petizione in Comune. Si tratta della tratta Mantova-Verona. Se il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha fatto ben sperare per il raddoppio del binario per la linea Mantova-Milano, tutto tace per il collegamento asfittico tra Mantova-Verona. Questa amministrazione ha promesso mari e monti per i collegamenti ferroviari, ma nella realtà tutto è come prima: siamo ancora ai tempi degli austriaci per i collegamenti mantovani», conclude Baschieri.