Influenza, il picco è passato ma al Carlo Poma resta il caos

MANTOVA Il picco delle influenze? Speriamo di averli già visti tutti la scorsa settimana, spiegano dal pronto soccorso del Poma. Un auspicio visto il caos che regnava ieri mattina in corsia. Reparti pieni, e questa è una non-novità soprattutto in questo peridio dell’anno, con il raggiungimento del picco dei casi di influenza. Dopo un picco, però, dovrebbe esserci un calo che invece non si intravvede proprio. Così quello di ieri al Poma non è stato il solito lunedì, ma il lunedì nero, con i pazienti stipati in corsia in attesa di una visita che in molti casi già in mattinata era prevista non prima di sera, salvo ulteriori casi urgenti. Ma ieri a mandare in tilt il reparto, al punto che più di un paziente ha firmato per essere dimesso e altri per essere ricoverati altrove, non è stata una recrudescenza dei casi di influenza, bensì il sistema centralizzato dell’Areu, stando almeno a quanto spiegano al Poma. Gli interventi delle ambulanze sul territorio mantovano sono gestite ormai da diversi anni da una centrale operativa che si trova a Pavia; un territorio, con i quale gli operatori pavesi, non avrebbero ancora preso dimestichezza. È così successo che ieri la maggior parte dei pazienti gestiti tramite la centrale operativa, sia stata dirottata nella sede centrale dell’azienda ospedaliera Carlo Poma, ovvero l’ospedale di Mantova, dove sono così confluiti nell’arco di poche ore sie i casi urgenti, quelli da codice rosso in ingresso, a quelli meno gravi, che con il passare dei minuti sono finiti sempre più in fondo alla già lunghissima fila d’attesa.