La civica di Rossi riempie la sala e parte con l’imperativo: lavoro

MANTOVA «Amo la mia città, ma ho in mente una Mantova molto diversa da quella che amo oggi». È l’attacco di Stefano Rossi nell’affollatissimo foyer del Sociale in cui ha tenuto a battesimo la propria civica con la quale si presenterà alle comunali sfidando l’uscente  Mattia Palazzi a capo di una coalizione di centrodestra. Coalizione che ad oggi vede certe in suo sostegno la Lega e Fratelli d’Italia, ma non ancora Forza Italia.
Eppure, l’attaco di sapore berlusconiano sembrava a bella posta un invito ad aprire un dialogo con gli azzurri ieri presenti in gran numero all’evento. Tutti i vertici del direttivo, da  Anna Lisa Baroni a  Nicola Sodano e a  Romano Arioli erano ben piazzati e attenti nelle prime file. E Rossi non li ha certo delusi ponendosi con toni pacati, non “salviniani” come è solito fare, per rendere la carta di identità della sua “Mantova Ideale” certificata dai referenti regionali, provinciali ( Enrico Volpi e  Claudio Bavutti) e cittadini ( Simone Paganini).
Seduti e in piedi anche molti ex della politica attiva, trasversalmente identificabili nell’alveo del centrodestra.
Sicuri i punti cardine della sua azione per sedurre l’elettorato e scalare via Roma: lavoro innanzitutto – che lui da imprenditore e manager affermato conta di potere rilanciare in questa Mantova che mercoledì parrebbe aver perso di botto la cinquantina di dipendenti Pro-Gest. E poi le infrastrutture, parcheggi e tangenziale in primis.
Molto sfumati gli attacchi all’attuale sindaco, e al più solo evocati per prendere le distanze da certe scelte di Palazzi: per esempio, meglio trovare il modo per liberare Mantova dalla cintura ferroviaria e dai passaggi a livello, piuttosto che impegnare 8 milioni di euro in un parco dedicato a chi vuol fare jogging.
Insomma, solo un assaggio e un brindisi augurale. L’azione di Rossi, assicura il candidato, prosegue negli incontri con la gente. Il programma verrà poi in conseguenza.