Mattia Palazzi alla ricerca del terzo mandato

MANTOVA  È prematuro parlarne, e lui stesso non si sbilancia, ma è implicito dall’attenzione con cui segue le partite istituzionali che il sindaco non disdegni di proporsi nel 2026 per un terzo mandato in via Roma. E diciamo 2026 in quanto sembrerebbe sancito dal parere espresso dal Viminale, su precisa richiesta del comune di Moncalieri, che i sindaci eletti nell’autunno del 2020, a causa del covid, rimarranno in sella sino alle successive tornate amministrative di primavera, anziché decadere in anticipo rispetto al quinquennio di mandato.
Insomma, per Mattia Palazzi si prospetta un quinquennio prolungato di almeno otto mesi. Eletto il 20 settembre 2020, è pertanto ipotizzabile che la prossima tornata elettorale per il capoluogo venga a tenersi fra l’aprile e il giugno del 2026.
Ma potrà essere ancora una opportunità per il sindaco? «Secondo me fino a quando non ci saranno state le prossime europee si capirà poco; la situazione sarà più definita dalla fine della prossima primavera sul tema mandati dei sindaci. Rispetto al voto nel 2026 ho letto anch’io il quesito, e diversi sindaci nell’assemblea nazionale dell’Anci, tenutasi di recente a Genova, hanno confermato che probabilmente sarà così. Ma c’è ancora tanto tempo davanti, e nulla si decide adesso», dichiara in forma prudenziale Palazzi.
Ma ormai gli orientamenti sembrano ben definiti. Nelle bozze di riforma per il premierato, la presidente del consiglio Giorgia Meloni spinge affinché non siano posti vincoli di mandato al presidente del consiglio. E se non ci saranno vincoli per il premier, così come non ci sono per i parlamentari né per i consiglieri regionali, né per molti governatori di Regione, perché dovrebbero permanere vincoli per i sindaci? Su questo sta contando Mattia Palazzi.