“Nessuno stupro”, il branco respinge le accuse

tribunale

MANTOVA Davanti al magistrato ha respinto ogni accusa, dalla violenza sessuale, alle lesioni al furto alla violenza privata. Si è tenuto ieri nel tribunale di Reggio Emilia, l’interrogatorio di garanzia di Nicola Benigno, il 20enne di Cutro ma domiciliato a Cadelbosco, ritenuto responsabile in concorso con altre quattro persone, dello stupro di gruppo perpetrato lo scorso 23 giugno fuori dalla discoteca Mascara ai danni di una 21enne veronese. Al gip, Dario De Luca l’indagato, difeso dall’avvocato Federico De Belvis, avrebbe infatti ammesso quella notte la consumazione di un rapporto sessuale con la ragazza ma in maniera del tutto consenziente. Stando alle sue parole dunque non vi sarebbe stata nessuna costrizione e tantomeno sopraffazione fisica da parte dei cinque. Sempre secondo tale versione solo lui sarebbe uscito dal locale di viale della Favorita in compagnia della presunta vittima con il preciso reciproco intento di appartarsi per scambiarsi delle effusioni; una volta raggiunta la Ford Fiesta intestata all’amico Raffaele Iembo, i due si sarebbero così isolati all’interno dell’abitacolo; quindi solo in un secondo momento e a rapporto ormai concluso il resto del gruppo si sarebbe palesato per provvedere poi a riaccompagnare a casa la 21enne. Una ricostruzione dei fatti totalmente differente dunque da quella degli investigatori secondo i quali Benigno avrebbe invece obbligato la giovane, prendendola per il collo, a sdraiarsi a terra e a subire un rapporto completo non protetto mentre il resto del branco attendeva sull’auto il proprio turno. Per quanto riguarda invece gli altri interrogatori il 20enne di Gussola Raffaele Iembo, rinchiuso nel carcere di Cremona, si è avvalso della facoltà di non rispondere: il suo difensore, l’avvocato Francesca Basco, si è riservato di presentare istanza d’interrogatorio al pm e ricorso al Riesame per la revisione della misura cautelare. Una linea, quella del silenzio, che ha accomunato anche il 19enne Alex Benigno e il 23enne Salvatore Gaetano, entrambi in carcere a Crotone. Ha fornito invece una propria versione il 18enne Francesco Migale, all’epoca ancora minorenne, interrogato a Bologna.