MANTOVA Un Mattia Palazzi concentrato, chino sul telefono, molto probabilmente intento a confezionare il post in favore dello spostamento del Martelli altrove, quello che ha distrattamente osservato l’ingresso delle squadre in campo ieri pomeriggio allo stadio. Al di là della sconfitta dei biancorosso, a far chiacchierare è la decisa presa di posizione del primo cittadino. “Oggi Mantova-Trento. I tifosi del Trento sono poco più di un centinaio, ma per pregressi, la partita è considerata a rischio e le norme sulla sicurezza degli stadi prevedono che la Questura predisponga la chiusura massima. Come ogni mantovano può notare, con i relativi disagi, sia per i cittadini che per i turisti, ad esempio per il parcheggio e accesso a Palazzo Te. Ora io mi chiedo come sia possibile essere preventivamente contrari allo spostamento dello stadio. Lo trovo davvero incomprensibile. Lo capirei dopo aver visto il progetto, ma visto che ancora non c’è, basterebbe quantomeno sospendere il giudizio. Sembra il remake della discussione preventiva sul Parco Te. Direi che i risultati sono stati ben diversi dai timori di parte del dibattito pubblico. Ci confronteremo con tutti e dibatteremo a lungo sul progetto, come è giusto che sia per le scelte importanti della città. Non so se ci riusciremo, perché le risorse per farlo il Comune oggi non le ha e avremo bisogno di Stato e Regione. Ma credo sia giusto provarci. E comunque, forza Mantova!”. Tutto questo proprio mentre il primo pallone della partita rotolava sul manto erboso del discusso Martelli e mentre gli ultimi tifosi stavano entrando allo stadio, dopo aver sacramentato a lungo per l’ennesimo pomeriggio infernale per via delle chiusure di sicurezza. Gia poco dopo mezzogiorno, la situazione era ai limiti del sopportabile con lunghe code per viale Isonzo e super lavoro per gli agenti della Polizia Locali intenti a instradare gli automobilisti su quei pochi percorsi alternativi.
Mentre il Mantova arrancava contro il Trento, sui social il sasso lanciato dal sindaco Palazzi muoveva il classico polverone. Come già accaduto nei giorni scorsi, la sinistra ha rinnovato la propria presa di posizione attraverso la voce di Fausto Banzi a cui ha prontamente replicato l’assessore Iacopo Rebecchi che ha consolidato l’idea dell’amministrazione battibeccando su circostanze di ordine pubblico e creatività viabilistica.
Ne esce il solito quadro in cui per certi versi ha ragione Palazzi nello stigmatizzare le critiche a priori senza nemmeno aver visto il progetto, ma è proprio a monte il nocciolo attorno al quale verte la polemica: spostare o riqualificare?