“Route 21”, la moto che crea l’inclusione

MANTOVA  Il connubio tra il viaggio, la gioia di guidare e i limiti imposti dalla sindrome di down, questo ciò di cui parla il libro “Route 21, strada vita e cromosomi”, presentato ieri al Museo di Tazio Nuvolari.
Questa bella iniziativa ha lo scopo di avvicinare i ragazzi speciali alla motocicletta e alla conseguente sensazione di libertà che si può provare montandoci in sella.
“Sono grato di questa collaborazione tra Aci e le forze dell’ordine che rende possibile tale innovativo progetto e che spero si possa ripetere in futuro con altri ragazzi” commenta così Giuseppe Pottocar, direttore Aci Mantova -. Sono convinto che l’ebbrezza che un viaggio in moto può regalare sia un’esperienza che tutti dovrebbero avere la possibilità di provare”.

L’artefice e trait d’union è stato il Questore di Mantova, Giannina Roatta, che durante un incontro con con il vice presidente dell’associazione Diversa-mente Gian Piero Papasodero ha proposto una collaborazione che ha dato vita al libro, ispirata dalla determinazione di quest’ultimo nell’accompagnare i ragazzi. “Ho conosciuto il progetto della Route 21 e insieme a Papasodero e abbiamo subito parlato di agire su Mantova”. Ma di cosa si tratta la Route 21? La spiegazione la fornisce nel dettaglio proprio Papasodero: “Facciamo sempre un sacco di chilometri con una persona speciale a bordo (ad ottobre passeranno anche per Mantova, ndr) e ringrazio le autorità per la solidarietà e la sensibilità che riceviamo costantemente. Siamo nati nel 2015 e non siamo mai cambiati nel nostro ruolo. Parliamo di “normalità” come la velocità, e siamo contro chi demonizza coloro che non riescono a stare al passo”.
Gabriele Conte